martedì 2 ottobre 2012

Porcupine Tree - Coma Divine (1997)

Ci sono gruppi musicali che vanno ascoltati a prescindere, indipendentemente dai propri gusti. E' per una questione di cultura. Per esempio, ogni rockettaro che si rispetti dovrebbe avere una buona base di Beatles e Rolling Stones, ogni metallaro convinto dovrebbe conoscere a menadito la discografia degli Iron Maiden, mentre Clash e Sex Pistols dovrebbero campeggiare sulle mensole di ogni punkettaro degno di questo nome. I mostri sacri del prog sono i soliti noti, Genesis, Yes e King Crimson, ma non solo. Data la natura cangiante e mutevole del genere, soggetto a massicci cambiamenti con l'avanzare della tecnologia e la contaminazione con altri generi, il prog annovera altre band che andrebbero sicuramente ascoltate, sempre per quella cosa della cultura. Non prendero' mai sul serio qualcuno che non ha mai ascoltato i Marillion, rappresentanti del neo prog per eccellenza, o i Porcupine Tree, miglior band prog degli anni '90 nonche' iniziatori di quel percorso che poi portera' al new prog ed al post prog. Ma come si potrebbe porre il novizio di fronte a discografie sconfinate come quelle dei gruppi sopra menzionati? Ci sono essenzialmente tre approcci: ascoltare un greatest hits predefinito, scelta alquanto infelice visto che i greatest hits contengono di solito selezioni effettuate dalla casa discografica, che bada piu' alle hits ed ai pezzi piu' catchy, quindi di solito la peggior parte della discografia di una band; ascoltare un live, magari uno dei piu' recenti o qualcuno di quelli giudicati impeccabili dalla critica, atteggiamento migliore del primo visto che i live di solito contengono scalette scelte personalmente dalla band, ed il concerto da' anche una dimostrazione abbastanza fedele della reale bravura di una band, della sua passione, ecc.; infine, mettersi con la santa pazienza ed ascoltarsi ogni singola canzone di ogni singolo album, operazione non sempre possibile per mancanza di tempo o quando i gusti dell'ascoltatore non sono propriamente compatibili con il taglio stilistico della band. Per quest'ultimo motivo ho scelto il disco live per introdurmi a questo gruppo. Riconosco l'incredibile valore della band e la qualita' di molti dei loro brani, ma quel sound floydiano, quella psichedelia moderna non incontra molto i miei gusti. Ciononostante, i Porcupine Tree rivestono un ruolo di fondamentale importanza storica, in quanto sono stati i primi a coniugare temi e stili prelevati dal prog rock settantiano, Pink Floyd appunto e King Crimson, ma riadattati e rivestiti di una modernita' che alla fine sconvolge completamente il suono, creando qualcosa di nuovo ed originale che si potrebbe accostare ad un primissimo post rock. I Porcupine Tree sono stati anche responsabili della riscoperta del prog nei '90 e grazie a loro molti giovani ascoltatori sono potuti venire a conoscenza delle band del glorioso passato di questo genere musicale.
I Porcupine Tree nascono in Inghilterra nel 1991 quasi per scherzo, quando il polistrumentista e cantante Steven Wilson si inventa una band che non esiste per il suo primo album On the Sunday of Life, ancora molto debitore dei Pink Floyd, pur con qualche lampo jazz. Il libretto allegato contiene una finta biografia della band e dettagli sugli immaginari musicisti. Nel 1993 il bassista Colin Edwin ed il tastierista ex Japan Richard Barbieri si uniscono a Steven Wilson, mentre il nuovo album Up the Downstair  si sposta su suoni piu' ambient, grazie alle tastiere del nuovo entrato. Nel '95 la band diventa un  quartetto, con l'ingresso del batterista Chris Maitland, e nello stesso anno da' alla luce The Sky Moves Sideways, mentre due anni dopo arriva il capolavoro Signify, disco in cui si sente finalmente il loro sound caratteristico e che supera i riferimenti al prog d'annata. Il resto della discografia e' storia e riservato a chi volesse approfondire.
Coma Divine e' un doppio live registrato a Roma in 3 serate nel marzo del '97, opportunamente ripulito tanto che la qualita' del suono e' altissima, e contenente tracce dal disco d'esordio fino all'ultimo in quel momento cioe' Signify, per molti la parte migliore e piu' importante della loro carriera. Dopo una breve intro si parte con Signify, una cavalcata prog che vede un perfetto duetto Wilson-Barbieri, con il primo che si esibisce in un riff nervoso ed il secondo che si produce in tempi dispari. Con Waiting Phase One, seguito da Waiting Phase Two, si sentono echi di Pink Floyd, per un brano quasi pop, in crescendo, caratterizzato da un grande assolo di chitarra poggiato su un drumming molto espressivo. The Sky Moves Sideways e' un estratto dell'omonima suite, pezzo dolcissimo e toccante. Con Dislocated Day siamo di fronte ad un grande lavoro di batteria, ed uno dei testi piu' belli della band. The Sleep of No Dreaming e' una lunga ballata che si ispira ad atmosfere fiabesche e magiche, con arrangiamenti importanti e melodia molto accattivante. Con Moonloop si odono prima suoni dolcissimi di chitarra, organo e percussioni a fare da introduzione, poi il tutto prende la strada di un'infuocata improvvisazione blues/rock. Up the Downstair, minisuite di 10 minuti, parte da suoni spaziali e psichedelici, per poi tingersi di dark e hard rock. The Moon Touches Your Shoulder presenta melodie eteree, lasciate fluttuare nell'aria e circondate da accordi impalpabili.  Always Never e' una ballata, dolcissima e appena sussurrata all'inizio, per poi esplodere in un delirio rock e tornare quindi sui suoi passi prima della fine. Is... Not alterna fasi di musica cosmica estremamente disgregata a fasi di rock incalzante, mentre Radioactive Toy e' un pezzo di 15 minuti di pura psichedelia. Infine, Not Beautiful Anymore, brano stralunato e claustrofobico, chiude un album diventato pietra miliare del prog moderno, ideale come introduzione alla band e uno dei migliori live rock di sempre.