Ottavo album per il gruppo veneziano, l'ultimo con la classica formazione a trio anche se nella line-up figura il chitarrista (che suona anche l'armonica) Tolo Marton, che sarebbe dovuto entrare in pianta stabile nella band ma che prenderà poi una strada diversa. La presenza di Tolo in questo album si sente, e parecchio, infatti la chitarra domina il sound, le tastiere si mantengono spesso in disparte e sono poche le canzoni che ricalcano lo schema precedente. Può essere definito a ragione l'album più rock delle Orme, anche se ogni canzone è un dolcissimo affresco pop prog, sbilanciandosi nell'una o nell'altra direzione. La copertina è del disegnatore inglese Paul Whitehead e figura anch'essa nella mia collezione di vinili. Il disco viene inciso a Los Angeles, dove la band si era recata per usufruire delle migliori tecnologie di registrazione e presenta alcune canzoni ispirate dal selvaggio territorio americano che i quattro musicisti non avevano mai visto. In ogni caso finite le registrazioni si precipiteranno nella loro Mestre, preferendola di gran lunga alla malinconica e sconfinata America. L'opener è Los Angeles, la traccia più lunga e variegata dell'album, la chitarra è subito in evidenza cambiando regime e stile più volte nel corso della canzone, Toni a volte scambia la conduzione della canzone con la chitarra ma è quest'ultima più spesso in evidenza, Aldo è come sempre impeccabile con il basso e divino con la voce. Canzone molto hard, uno degli episodi più duri della band veneta, un inizio del genere è sicuramente inaspettato e splendido, per questo il gruppo cambia immediatamente registro con Amico di ieri, traccia più Orme-style. Amico di ieri è una ballata per voce e chitarra acustica, come ce ne sono tante nella loro produzione, ma questa spicca per malinconia, bellezza e ovviamente dolcezza: la chitarra elettrica ed il basso duettano alla grande, l'acustica e le tastiere in sottofondo creano quell'atmosfera decadente e autunnale, l'armonica dona un tocco di Stati Uniti. Una delle migliori tracce delle Orme. Ora o mai più, la canzone seguente, è un rock'n'roll coinvolgente e riuscitissimo, con un trascinante duetto chitarra tastiere. Si prosegue con Laserium Floyd, traccia dedicata ai Pink Floyd e ricalcante lo sile: risulta essere la canzone più progressiva del disco, è uno strumentale dominato dalla chitarra, ovviamente alla Gilmour, con le tastiere in sottofondo che tessono trame spaziali; canzone magari non originalissima ma ha il suo perchè. Con Primi passi ci si addentra nel pop rock più spinto: canzone semplice nelle partiture ma comunque in grado di cambiare ritmo tre o quattro volte nella stessa canzone, è l'esempio perfetto di come dovrebbe essere una traccia pop. Immensa distesa è la seconda ballata dell'album, altro episodio molto riuscito ed in grado di evocare nell'ascoltatore sentimenti profondi come nostalgia e serenità, la voce di Aldo è sempre qualcosa di spettacolare. L'album continua con Amanti di città, ancora un rock'n'roll canonico che si sposa con qualche timido accenno prog: la chitarra domina grazie ad un riff granitico una canzone che parla dei nuovi rapporti che si vengono a creare in città (siamo nel 1975, la rivoluzione sessuale stava arrivando anche in Italia), ovverosia narra di una coppia di amanti che vivono separati, non vogliono il matrimonio nè impegni particolari ma si giurano comunque eterno amore, facendo parlare le due voci, secondo me interpretate entrambe da Aldo visto che la voce femminile è palesemente quella di un uomo. La traccia seguente, L'uomo del pianino, è un altro esempio di perfezione pop-prog: traccia leggera, facilmente assimilabile, quasi ballabile ma che cambia stile e forma nel giro di pochi minuti e ogni nota che produce è di una bellezza disarmante. Chiude Laurel Canyon, canzone più progressiva ma meno interessante delle altre a conti fatti. Smogmagica è un album di transizione, le Orme stanno passando da un periodo caratterizzato da una produzione tipicamente progressiva ad una forma canzone più canonica, in ogni caso è l'ennesima conferma dell'incredibile bravura ed ispirazione del gruppo veneziano.
lunedì 8 giugno 2009
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4 commenti:
Non c'è niente da dire.
Le Orme sono "La Band" Italiana.
Smogmagica è un capolavoro.
Amen fratello
Allora..."Ora o mai più" è a dir poco imbarazzante, se in copertina non ci fosse scritto il nome "Le Orme" potresti dire che è una canzone scritta da gruppi tipo "Homo Sapiens" o "Latte e miele" siamo su quei livelli. Stesso discorso vale per "Primi passi" sdolcinata e banale da far venire il latte alle ginocchia."Amanti di città" sinceramente non saprei come definirla, forse un esperimento per cercare nuove strade ma comunque alla fine risulta ridicola. "L'uomo del pianino" sembra una canzone da balera o da festa di paese. Salverei solamente "Los Angeles" "Amico di ieri" e "Immensa distesa" tutto il resto da dimenticare...non sono il gruppo che eravamo abituati ad ammirare.
Sono d'accordo che quest'album e' decisamente al di sotto della qualita' a cui ci avevano abituati, forse il peggior album dei loro migliori :) Diamo la colpa a Tolo Marton. Comunque a me piace lo stesso.
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