Album difficile da descrivere, parecchio ostico, uno dei punti più lontani dalla melodia per quanto riguarda la produzione italiana, uno dei punti più vicini allo zeuhl di stampo francese. Lo zeuhl è un genere musicale "inventato" dai Magma, band francese innovativa e fuori di brocca, il cui leader, Christian Vander, è stato in grado di creare uno stile tutto suo, una lingua in cui cantarlo e una band a sua immagine e somiglianza. A me i Magma non piacciono particolarmente, alcuni album sono molto interessanti ma la loro sconfinata produzione va ben oltre i limiti della mia pazienza. In ogni caso, una volta assimilato, questo è un album bellissimo e sconvolgente. Lo zeuhl è una musica oscura, opprimente, piena di barocchismi e neoclassicismi; fonde insieme jazz, fusion, marcette oppressive, psichedelia. In più i nostri ci aggiungono spunti folkloristici, soprattutto medioevali, sinfonismi e art-rock. Appare quindi chiara l'infinità di spunti che il disco offre, è paragonabile ad uno di quei mattoni da 1500 pagine, magari neanche tanto scorrevoli, che però, una volta finito, ti lascia un gran senso di soddisfazione. La musica è densa, spessa, prodotta da un gran numero di musicisti, anche se il nucleo originale è composto da quattro elementi, quindi ha bisogno di ripetuti ed attentissimi ascolti per essere apprezzato, ma ne val la pena. I quattro musicisti sono Ann Torres Fraile alla voce (altissima), Giorgio Golin alla batteria, Dauno Giuseppe Buttiglione al basso e Marco Zanfei alle tastiere, coadiuvati da Marco Mauro, Marcello De Angelis, Giuseppe Saiani e Giuliano Eccher alle chitarre (quest'ultimo anche alla viola), Francesco Ciech al violoncello, Antonio Fedeli al sax, Gianni Nicolini alle percussioni e Giacomo Plotegher alle tastiere. Il sound è in continua evoluzione, è impossibile descrivere ciascuna canzone, fra picchi di passione, malinconia, psichedelia, momenti dispersivi, altri grotteschi, altri goliardici. Su tutto si erge la possente voce soprano di Ann e le matte tastiere di Marco, un coro maschile dona un tocco di opera o di folk (gregoriano), la sezione ritmica è sicura, gli altri strumenti si ritagliano bene il loro spazio. Il lavoro è un concept incentrato sull'oscuro legame che corre tra esoterismo, alchimia ed intelligenze aliene; potrebbe forse apparire pretenzioso, i testi a volte sono un po' criptici, cantati in italiano e in lingua aliena, ma la musica appare fresca, stimolante, stravagante, possente, omogenea, ben ragionata, con armonie intense e a tratti particolarmente scure, con tempi dispari, cambi di ritmo e poliritmi irregolari. I fanatici dello zeuhl e dei Magma, o anche degli Hawkwind, impazziranno per questo album, agli altri consiglio qualche ascolto attento, se poi non entra proprio in testa beh pazienza.
lunedì 17 novembre 2008
Universal Totem Orchestra - Rituale alieno (1999)
Pubblicato da bob alle 18:06
Etichette: universal totem orchestra uto
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