Gli Abissi Infiniti sono un gruppo vicentino ed una meteora del mondo musicale, come ce ne sono state tante, ma poche hanno dato risultati così apprezzabili. Assomigliano a tante band progressive italiane, per il connubio pop più prog, in particolare ai New Trolls, per i toni della chitarra e delle tastiere. Tutti i brani sono stati composti fra il 1975 e il 1980 per mano di un gruppo di ragazzotti che un bel giorno vengono notati da un grafico-regista-musicista-produttore, tale Enrico Kotterl, il quale decide di pubblicare un loro album quando è ormai il 1981. Egli stesso prenderà parte alle sessioni di registrazione e disegnerà la copertina. Pubblicato l'album i membri del gruppo e il graficoregistamusicistaproduttore si perdono di vista e si esaurisce qui la discografia degli Abissi Infiniti. Il risultato è un album soffice, tenue, leggero, le tracce non superano i sei minuti e non presenta pomposità o barocchismi particolari, anzi, il suono si mantiene molto dolce e romantico, con un velo di malinconia. Il gruppo è composto da Claudio Liotto alla voce ed al piano, Andrea Zanatta alla chitarra, Alberto Cazzola alle tastiere, Lucio Negretto al basso, Paolo Fin alla batteria e il nostro Enrico Kötterl alle tastiere aggiuntive. Prima traccia, "Come bambini di sera", sostenuta da un riff di chitarra orecchiabile e inframezzata da belle rullate, mostra subito la tendenza pop del sound con una canzone che è una equilibrata via di mezzo fra prog e musica leggera italiana. La traccia seguente, Il segreto, è prevalentemente strumentale per piano con chitarra acustica ad accompagnare e begli arrangiamenti, melodia calma ed interessante, pur non presentando particolare ispirazione. Spirale, altro strumentale, è invece molto più rock: la chitarra, ora elettrica, è protagonista principale, richiamando molto il sound New Trolls; le evoluzioni della 6 corde cambiano spesso umore, rendendo questa la traccia più prog del disco. Tunnel invece è una traccia breve a carattere prevalentemente pop: la chitarra è ancora protagonista come principale accompagnatrice della voce, che racconta una storia di odierna solitudine metropolitana; il brano è comunque ben costruito e ben riuscito. La canzone successiva è Abissi infiniti, altro episodio pop molto breve con voce in primo piano accompagnata dalle tastiere. Poi vi è a mio parere la traccia più bella dell'album: Nebbia incantata, quella che mi ha fatto innamorare di questo album. Parte molto rock'n'roll, con voce e tastiere protagoniste, ad intarsiare una trama melodica molto orecchiabile e rapida, che poi bruscamente si arresta, i toni si fanno più tenui e lenti; dopo qualche strofa vocale tastiere e chitarra duettano in un pezzo onirico che poi reincalza con il tema iniziale. Brano molto molto piacevole. Si ritorna al pop con Fessure di luna, canzone abbastanza standard nella costruzione, con strofa e ritornello e un breve assolo di chitarra, anche se tutto con buon gusto melodico; in questa traccia assomigliano tantissimo ai New Trolls. Merlino è un altro bel brano a metà strada fra pop e prog: comincia lenta e sognante sorretta dalla voce e una flebile linea di chitarra, per poi evolvere in una melodia malinconica e calda, con la chitarra più convinta e begli arrangiamenti di tastiera. Chiude La grotta di cristallo, canzone molto leggera composta da voce e pianoforte, ma anch'essa parecchio piacevole, fosse tutto così il pop italiano... Questo album è stata una recente e graditissima scoperta, consigliato agli amanti del prog italiano ma anche di certa musica d'autore italiana.
giovedì 27 novembre 2008
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