venerdì 12 settembre 2008

Addamanera - Nella tasca de il zio (2005)

Sono venuto a conoscenza dell'esistenza di questa band grazie ad un mio amico che ha amici in Sicilia, precisamente a Messina, da cui questo gruppo proviene. Non ricordo se li conosce di persona o hanno conoscenze in comune, comunque sono spettacolari. Sono spesso catalogati come band folk psichedelica, ma c'è parecchio progressive nella loro musica, almeno secondo il mio punto di vista. La strumentazione è per lo più acustica, si sentono un sintetizzatore e una chitarra elettrica ogni tanto, ma la maggior parte degli strumenti sono acustici, e neanche tanto consueti. Si potrebbero accostare ai Comus ma risultano molto più orecchiabili e meno cupi, anzi spesso sono allegri ed ironici, ci sento tracce di Battiato (sono siciliani) ed Area. Infatti il suono pone molto accento sulla tradizione folk mediterranea, quasi orientale, proprio come faceva il gruppo milanese, ma con una certa attenzione verso la melodia e la dolcezza dei toni, come il cantatutore catanese; tutto ciò in chiave folk psichedelica. I testi sono dolcemente non-sense e molto divertenti. Ciò che ne viene fuori è un gran bell'album, classificatelo come vi pare. Il gruppo è formato da Daniele Calandra alla voce (stupenda), chitarra e fisarmonica, Ulisse Mazzagatti alla chitarra e alla voce, Fabio D'Andrea al synth, piano, flauto e voce, Simone Di Blasi a batteria, percussioni e clarinetto. A questi musicisti se ne aggiungono altri per integrare il basso, il sax, il violino, l'oboe, la viola e la tromba. Quindi il suono è incredibilmente ricco e trascinante. Il lavoro si apre con Neurogenesi, la traccia più progressiva, che comincia con uno scacciapensieri al sintetizzatore e, dopo un bel ritornello cantato, parte un pezzo progressivo per piano e chitarra che farebbe invidia al Banco. La seconda traccia è Gli altri non sapevano niente, altro bel pezzo dai toni tenui, folkloristico e psichedelico, quando si arriva alla parte cantata ci si accorge della bellezza di questa canzone. (Qualcosa a qualcuno) bla bla è una traccia breve, allegra e spensierata, con il synth che accompagna il coretto, fra pop e psichedelia, molto bravo Simone. Si prosegue con Il piromane, altra traccia breve, goliardica, orecchiabile, con Daniele divino nella parte cantata. Successivamente vi è La barca, canzone lunga e variegata che, dopo un pezzo inziale romantico quasi in stile canterburyano, vira completamente registro spostandosi su suoni mediterranei, orientali, con percussioni scatenate. A seguire Libellule, la traccia più breve con cantato femminile in inglese di una certa Hanna Rifkin, canzoncina pop molto carina. Lemonjelly è la canzone più lunga dell'album e qui penso che il gruppo abbia ben presente i King Crimson perché è un brano nettamente diviso in due parti: parte con una melodia dolcissima, orecchiabile, molto ben curata, poi cambia decisamente esplodendo in un pezzo onirico, free, psichedelico al massimo, alla Moon child. Si prosegue con La reale forma del vaso, traccia degna del miglior Battiato, con il batterista in grande spolvero e un motivo che prende subito, canzone pop raffinata e piacevole. Il vaso è una canzone tranquilla, psichedelica, da ascoltare attentamente per coglierne ogni sfumatura, e sono numerose le sfumature. Chiudono l'album Viandante e Langue, in dialetto siciliano, canzoni pop molto belle. Non ho idea della reperibilità di questo album, ma penso sia molto difficile trovarlo, anche online, comunque se vi capita sottomano vi consiglio vivamente di ascoltarlo, vi conquisterà all'istante.

1 commento:

Wick ha detto...

Cavoli, da quanto non ascolto gli Addamanera: li metto subito su.
Poi sono d'accordo con il post: le parole chiavi sono "folk" e "psichedelico" (la parte progressive la lascio a te), e ci sento molto Battiato anche io (molto più Battiato che Area, secondo me). Poi la spolverata di pop onnipresente rende il disco una piccola perla.

P.S.: Me ne vado sul cervello!