mercoledì 20 gennaio 2021

Mai dire Gol del Lunedì 1992-93 - Puntata 01 (05-10-1992)

Mai Dire Gol e' forse il miglior show comico della produzione italiana. Ha lanciato comici che rivestiranno un ruolo di primo piano nella definizione della categoria nel nostro Paese da 30 anni a questa parte. Aldo, Giovanni e Giacomo sono probabilmente quelli che hanno avuto maggior successo, seppur non avessero un ruolo di primissimo piano nella trasmissione, Simona Ventura ha avuto una carriera folgorante nella televisione italiana, cosi' come Alessia Marcuzzi; mentre Antonio Albanese, Fabio De Luigi e Paola Cortellesi sono diventati attori relativamente famosi, Luciana Littizzetto, Maurizio Crozza, Claudio Bisio e Daniele Luttazzi hanno avuto altre carriere importanti seppur in ambiti abbastanza diversi, ma il grande protagonista e' sicuramente Teo Teocoli, uno dei migliori comici italiani di sempre secondo il mio modesto parere, in grado di improvvisare come pochissimi sanno fare, i suoi svariati personaggi sono l'anima del programma. Menzione a parte merita la Gialappa's Band, trio ideatore del programma e gli unici ad essere presenti dalla prima all'ultima puntata, d'altro canto e' impossible pensare ad un'edizione di Mai Dire Gol senza Carlo, Giorgio e Marco, la loro verve inconfondibile, acuta, il sarcasmo ma anche la denuncia sociale sotto forma di presa in giro verso alcuni personaggi che stavano rendendo la televisione italiana una fabbrica di spazzatura. Altri comici comparsi nel programma sono stati Bebo Storti, Francesco Paolantoni, Paolo Hendel, Gioele Dix, Marco Milano, Raul Cremona, Dario Vergassola, Giovanni Cacioppo, Ale & Franz, senza dimenticare Ellen Hidding. Sono riuscito a rimediare tutte le puntate di tutte e dieci le stagioni che vanno dal 1990 al 2001, anche se non postero' le prime due stagioni, in quanto c'e' solo la Gialappa's con i loro video e preferisco concentrare l'attenzione sugli attori comici. Avevo visto molte puntate, sicuramente non tutte, delle prime stagioni quand'ero ragazzino, ma rivederlo adesso e' tutt'altra cosa, soprattutto perche' a quell'eta' alcune battute non le capivo e certo umorismo e' sicuramente indirizzato ad un pubblico adulto.
 

venerdì 15 gennaio 2021

La Düsseldorf - La Düsseldorf (1976)

Band fondata a Düsseldorf nel 1976, ha dato alle stampe tre album prima di sciogliersi nel 1983; si e' riformata nel 2001 ed e' rimasta attiva fino al 2008, senza pero' giungere a nessuna pubblicazione.

La Düsseldorf è il progetto di Klaus Dinger, cantante, chitarrista, tastierista e sintetizzatorista, dopo la scissione dei Neu! nel 1975. In questa avventura musicale Klaus è accompagnato dal fratello Thomas, percussionista e cantante, e da Hans Lampe, percussioni e sintetizzatore, che hanno anche partecipato alla registrazione del terzo e ultimo Neu!. L'omonimo album "La Düsseldorf" è stato pubblicato nel 1976, avventurandosi nell'avanguardia rumorista, nella manipolazione dei suoni e nelle atmosfere pre-punk. Questo album presenta un totale rifiuto delle convenzioni musicali, i musicisti non esitano a mischiare senza restrizioni un mucchio di stili presi da una grande varietà di generi musicali, tramite accenni pop, impulsi elettronici, lunghi strumentali stile krautrock ed eccentricità punk. Dopo questa originale e diversificata raccolta di esperimenti, la band registra il secondo album "Viva" nel 1978, un concept politico contro il capitalismo che arriva direttamente durante gli anni d'oro della musica punk. Tuttavia, l'album rimane progressivo con tirate di synth e un ritmo elettronico insistente, alla Kraftwerk. Solo la voce e le chitarre sporche distorte ci ricordano la rabbia e il suono primitivo della musica punk. Nel loro ultimo "Individuellos" (1980) l'atmosfera è più rilassata rispetto ai primi due album ed offre alcuni passaggi sonori ambient accanto al rock elettronico astratto e ritmico. Dopo questa creativa esperienza musicale, Thomas provera' l'avventura solista, mentre Klaus e la sua Dingerland (il nome dato alla sua etichetta personale) continuano la strada scritta da La Düsseldorf con la pubblicazione di diversi progetti. In questo album, Dinger sembra aver capito quali sono i suoi punti di forza e li ha affinati, donandoci quattro tracce estremamente soddisfacenti.
L'orgoglio civico della band e' palpabile: un gruppo della città di Düsseldorf, che si fa chiamare La Düsseldorf, con un album di debutto omonimo in cui le prime due tracce (che riempiono tutto il lato A del vinile originale) sono chiamate "Düsseldorf" e " La Düsseldorf ". E non dimentichiamo i testi, per lo più una ripetizione infinita del mantra "Düsseldorf ... Düsseldorf", il tutto riprodotto all'infinito sul foglio dei testi allegato. Dinger è sempre stato la metà proto-punk più dura del duo pionieristico Neu! (insieme alla benevolenza hippy della coda di cavallo di Michael Rother), e il responsabile del ritmo motorik tipico della band, perfezionato qui fino all'ossessione. La Düsseldorf potrebbe non aver prodotto nessun nuovo terreno stilistico, ma i ritmi ridotti al minimo erano una boccata d'aria fresca in un'epoca di virtuosismi sempre più iperbolici. La strumentazione e' molto particolare: due batteristi che lavorano in sync e molte sovrapposizioni di chitarra elettrica, a cui non sono consentiti assoli. Il bassista è solo un ospite occasionale, ed i synth aggiungono un velo scintillante di luci colorate. Nessuna canzone è improvvisata, anche se sembra diversamente ad un primo ascolto, e l'atmosfera è più ottimista e luminosa delle escursioni controculturali tipicamente oscure del krautrock più classico, spesso costruendo un climax estatico ed esilarante.
L'album si apre con la lunga traccia Düsseldorf: inizia con il rumore di un aeroplano che atterra prima che il familiare battito del motorik entri in azione, con un semplice motivo di chitarra e una melodia di synth molto Kraftwerk intrecciata attorno ad esso. Il suono è allo stesso tempo familiare e nuovo; il ritmo pulsante è puro Neu!, ma la voce multistrato e le svolte melodiche sono sviluppi che erano stati solo accennati in Neu! 75. È come se attraversassimo Düsseldorf su un'autostrada vuota in una Mercedes nuova di zecca, con le luci al neon che brillano nell'oscurità, ed è orecchiabile come i migliori Kraftwerk. Dove i Neu! avrebbero mantenuto lo stesso groove minimale per tutta la durata del pezzo, i La Düsseldorf accelerano, rallentano, giocano con la melodia e in generale sembra che si stiano divertendo moltissimo. Testi interessanti sulla città di Düsseldorf: "Vento acuto, proprietà costose. Specchio e acciaio inossidabile, nomi di marchi aziendali. Oggi andiamo nella città vecchia. Ponte d'oro e cigni selvatici". La Düsseldorf, la seconda traccia, ha qualcosa dell'energia punk che è stata ascoltata su Hero di Neu! 75. Si apre con un canto dei tifosi locali prima di sfociare in una motivo grezzo e stiracchiato condotto da due sole corde attraverso il ventre squallido della scintillante metropoli ritratta nel primo brano. Il terzo brano, Silver Cloud è uno strumentale che possiede quel tipo di bellezza glaciale più solitamente associato all'ex compagno di band Michael Rother e che mette in mostra l'abilità di Klaus alla tastiera. E' un brano strumentale che ha raggiunto la top 10 dei singoli tedeschi, realizzando l'obiettivo di Klaus di spingere il suono Neu! nell'intrattenimento popolare. Ritmo orecchiabile e sintetizzatori prominenti. La canzone di chiusura, Time, presenta un testo multilingue (c'e' anche l'italiano) e cresce lentamente su tamburi martellanti e grassi accordi di organo per portare l'album a conclusione in un climax appropriato.
Brian Eno ha rilasciato un suo parere su Klaus: "C'erano tre grandi beat negli anni '70: l'afrobeat di Fela Kuti, il funk di James Brown e il motorik di Klaus Dinger". Julian Cope aggiunge "Il suono di Klaus Dinger è stato il progetto architettonico del punk britannico". La Düsseldorf concilia efficacemente i due lati di Neu! 75 e aggiunge diversi nuovi ingredienti alla ricetta. È un album molto efficace e divertente, con un suono più fluido di quanto ci si potrebbe aspettare, e piu' moderno rispetto al krautrock molto in voga in quel periodo. Il minimalismo dei Neu! è stato aggiornato e infuso con un po' di chitarra rock, decisamente sporca, e voci gioiose, e per la maggior parte funziona brillantemente. Non esattamente un capolavoro, ma fortemente consigliato.