domenica 28 gennaio 2024

domenica 21 gennaio 2024

lunedì 15 gennaio 2024

martedì 9 gennaio 2024

Altre 20 ulteriori canzoni prog delle quali non potrete piu' fare a meno

Al Stewart - Running Man (da 24 Carrots, 1980)
Alastair Ian Stewart non e' propriamente un compositore prog, ma il suo stile a meta' fra folk e rock e' aperto a numerose contaminazioni, e qualche canzone prog qua e la' ce l'ha regalata. Cantautore e chitarrista scozzese, è diventato famoso come parte del revival folk britannico negli anni '60 e '70. Ha sviluppato uno stile unico combinando canzoni folk-rock con testi che raccontano di eventi storici realmente avvenuti. Ha vinto due dischi di platino, e' stato compagno di appartamento di Paul Simon a Londra, si narra abbia fatto conoscere Yoko Ono a John Lennon. Ha pubblicato 16 album in studio e tre dal vivo; fra i musicisti che hanno suonato nella sua band si ricordano Jimmy Page, John Paul Jones, Rick Wakeman e Francis Monkman. Running Man e' una canzone rock tutto sommato, molto orecchiabile, con un arrangiamento curato, duetti chitarra tastiere, assoli e raffinatezze varie che la avvicinano al prog.


Benny Soebardja & Lizard - Crime (da Lizard, 1975)

Qualche anno fa mi sono imbattuto in un blog sul progressive rock in Indonesia. Caduto nella tana del coniglio, per un paio di mesi mi sono studiato per bene tutto il blog ascoltando quello che riuscivo a trovare, ed ho concluso che agli indonesiani il rock piace ma non sono un granche' come compositori. Come ci si poteva aspettare, la maggior parte della produzione prog delle band indonesiane non e' all'altezza di quella di gruppi provenienti da paesi piu' tradizionali, ma qualcosina qui e li' si salva. Innanzitutto non e' propriamente prog, la base rock'n'roll e' molto accentuata, ma a volte ci sono influenze e contaminazioni con il funk ed il blues, e soprattutto con la musica tradizionale dell'isola, che rendono il sound abbastanza distinto. Benny Soebardja e' una specie di rockstar locale, ha suonato in altre band come Peels, God Bless, Giant Step e Shark Move, e qui si cimenta con la produzione solista affiancato da un gruppo di musicisti sotto la sigla di Lizard. Canzone breve, molto rock con influenze blues e gospel, e' a mio parere la meglio riuscita dell'album in questione, lavoro che si lascia ascoltare in ogni suo frangente. Benny suona la chitarra e canta, mentre i Lizard sono formati da Uge Basar alla chitarra, Alan Basar al basso, Triawan Munaf alle tastiere e Haddy Arief alla batteria. In questo album figura anche la presenza di un paroliere, tale Bob Dook, poeta inglese che ha scritto i testi delle canzoni in lingua albionica, visto che ne' Benny ne' nessun altro conosceva l'inglese.


Camera - Chords4/Kurz Vor (da Prosthuman, 2021)
I Camera sono una band di Berlino autrice di un krautrock moderno ed originale. Sono molto famosi nella scena underground per i loro concerti improvvisati ed arrangiati con pochi mezzi nei luoghi piu' periferici, tipo i tunnel della U-Bahn o giganteschi intrecci di autostrade sospese che come spesso accade finiscono con l'avere uno spazio vuoto al centro. Rave prog, chi se lo sarebbe mai immaginato. La band è composta da Michael Drummer alla batteria (voglio sperare sia un nome d'arte), Franz Bargmann alla chitarra e Timm Brockmann alle tastiere. Il loro stile e' stato ribattezzato Krautrock Guerilla e fonde elementi di NEU! e Kraftwerk con elettronica moderna e prog di stampo piu' tradizionale, e questo e' il loro quinto album. Canzone estremamente ritmica ed orecchiable, atmosferica e melodica, ma l'intero album e' caldamente consigliato.

Daniel Villareal - Ofelia (da Panamá 77, 2022)

Panamá 77, l'album di debutto del batterista e DJ Daniel Villarreal, nato a Panama City nel 1977 e residente a Chicago, emette un jazz spirituale terroso e umido. A ruota libera e senza vincoli di genere, Villareal ha trascorso gran parte del 2021 in post-produzione, aggiungendo strati di percussioni e mettendo insieme la musica registrata; ciononostante le percussioni risultano naturali, organiche e tutt'altro che appariscenti: una gioia da ascoltare, assolutamente parte integrante del suono complessivo, sottile, funky e creativo, risultando in qualcosa che sembra veramente organico e vivo. Daniel e' cresciuto suonando la batteria nelle scene punk e hardcore dell'America Centrale. Freddy Sobers, il batterista dei gruppi reggaeton panamensi El General e Nando Boom, ha preso il nascente musicista sotto la sua ala protettiva, esponendolo a molti stili, suoni e trame. Trasferitosi a Chicago, ha iniziato a suonare musica tradizionale latina: dapprima in una fattoria, dove era un assistente sociale che aiutava i lavoratori migranti a raggiungere le cliniche sanitarie della comunità e poi come sideman nella scena musicale locale, offrendogli la capacità di estendere le sue tradizionali radici folcloristiche latine. Questa "Ofelia" vede un suono vorticoso e psichedelico grazie ad un organo incendiario, emana un sapore centroamericano. Ofelia e' anche il nome della mamma del musicista, a cui l'album e' dedicato.
 

Echoes Of Giants - Pushing You (da At The End of Myself, 2013)
Il sound degli Echoes Of Giants rasenta il prog, nel senso che si tratta di un rock molto elaborato e dominato dalle tastiere, un bel miscuglio di rock orecchiabile, pop e sofisticatezze varie che rendono il tutto piu' interessante. Sono un po' di parte pero' nell'aver scelto questa band, in quanto vengono infatti da Columbia, nel Missouri, ad un'ora di macchina da Kansas City, luogo al quale sono particolarmente affezionato visto che il mio gruppetto di amici si e' formato proprio a Columbia, quando frequentavano tutti l'universita'. Tutta questa bella gente si e' poi trasferita nella grande citta', Kansas City per l'appunto, ed e' stata gentile ed ospitale al punto da farmi entrare in questo gruppo, e sappiamo tutti quanto sia difficile farsi degli amici dopo i trent'anni, e soprattutto quanto sia difficile entrare in un circolo di persone che si conoscono da una vita. Ma sto divagando. Wes Bolton suona la chitarra, Tracy Thomas le tastiere e la batteria, mentre Rick Kaufmann e' il bassista, e questi ragazzi hanno qualcosa che a molte band manca completamente: l'anima. Questa musica ha spirito, c’e' un’emozione in questo album che sembra così viva e palpabile, così innegabile e coinvolgente. Così umana. Questa band ha un orecchio attento alle belle melodie senza pero' risparmiarsi in soluzioni un po' piu' audaci, cambi di tempo e cosi' via, riuscendo a bilanciare molto bene tecnica e melodia.
 

Etron Fou Leloublan - Mimi (da Les Poumons Gonfles, 1982)

Il RIO, ovverosia il Rock In Opposition, e' un sottogenere del prog di quelli piu' estremi ed arzigogolati. E' abbastanza difficile da spiegare di che tipo di musica si tratti, e secondo me questa canzone rappresenta perfettamente lo stile. Immaginate un tipo di rock che, appunto, si oppone ai modelli prestabiliti e cerca di esplorare nuove maniere di fare rock, senza pero' dimenticare orecchiabilita' e bellezza del suono. Mimi e' una canzone che in meno di tre minuti (2:59 per la precisione) cambia stile tre volte, si tratta letteralmente di tre brevi spunti messi insieme in una sorta di pastiche, che pero' curiosamente sembrano derivare l'uno dall'altro, provare per credere. Quindi in questa fattispecie la re-interpretazione del rock consiste nel mettere completamente da parte la forma canzone, per esplorare altri modi di strutturare i brani. Si parte con un bel ritmo off-beat scandito dalla batteria su cui si poggia un bel giro di piano ed un canto quasi narrato; improvvisamente il ritmo cambia, la chitarra subentra affiancata da una curiosa tastiera quasi rumorista, con la voce che si inquieta un attimo; infine, l'off-beat iniziale ritorna ma stavolta sono i fiati a dominare, con ancora la voce seconda protagonista. Gli Etron Fou Leloublan sono francesi e sono composti da Guigou Chenevier alla batteria ed al sax, Bernard Mathieu suona altri sassofoni, Ferdinand Richard suona il basso e canta, mentre Jo Thirion suona le tastiere e la tromba. In questo album compare anche Fred Frith in un paio di tracce. Gli Etron Fou Leloublan hanno pubblicato cinque album a cavallo fra il 1976 ed il 1985, consigliati solo agli appassionati del genere.
 

Fufluns - Lamento D'Uno Spaventapasseri (da Spaventapasseri, 2016)
Fufluns era una divinita' della mitologia etrusca, dio della vegetazione e della prosperita', entita' che poi sarebbe evoluta in Dioniso per i greci e in Bacco per i romani, divenendo di fatto il dio del vino e della liberazione dei sensi. Si tratta di fatto di un super-gruppo, progetto del cantante de Il Bacio Della Medusa Simone Cecchini, coadiuvato dal tastierista Alfio Costa che ha suonato con Daal e Prowlers, dal bassista Guglielmo Mariotti dai The Watch e da La Bocca Della Verita', nonche' ex Taproban, dal chitarrista Stefano Piazzi dai Prowlers ed inizialmente dal batterista Maurizio di Tollo, gia' con La Maschera Di Cera ed Hostsonaten, poi sostituito da Marco Freddi sempre dai Prowlers. Con questa formazione i nostri registrano l'album in questione, decisamente orientato al progressivo italiano, come si puo' ben immaginare, seguito da un altro album nel 2021. E' un concept che prevede elementi di folk, classica, psichedelica e sinfonica, che si mescolano tutti insieme in questo lussureggiante album ricco di ballate. Musicalmente molto valido, pero' l'idea di dedicare un concept ad uno spaventapassari mi e' sembrata un pochino debole. Questa canzone pero' e' davvero bella.
 

Fulano - Rap-Rock (da En El Bunker, 1989)
Considerata la migliore band fusion jazz-rock cilena, le loro composizioni spaziano dal pop-rock sperimentale all'acid jazz con tratti avanguardistici. Uno stile rock complesso di prim'ordine con voce femminile. "Rap-Rock" è una melodia uptempo molto orecchiabile, probabilmente la miglior performance vocale di questo gruppo; ottimi anche sax e chitarra. Un certo Campos suona basso e chitarra, Cristián Crisosto suona i fiati, Arlette Jequier e' la cantante, inoltre suona anche il clarinetto, Guillermo Valenzuela e' il batterista, Jaime Vasquez e' l'altro fiatista, mentre Jaime Vivanco suona le tastiere. Questi cileni non sono mai riusciti a raggiungere continuita' purtroppo, infatti la loro produzione attraversa quattro decenni pur consistendo di soli cinque album.
 

Giant Step - Alam Bebas (da Kukuh Nan Teguh, 1977)

Vi avevo accennato di come sono facilmente caduto preda del sound del prog rock indonesiano, quanto ha rappresentato per me una novita', dopo anni ed anni trascorsi nella vana ricerca di qualcosa di originale. Essere il piu' grande esperto mondiale di prog-rock non e' tutto rose e fiori, attraverso lunghi periodi durante i quali cio' che ascolto quasi non mi piace, quindi quando finalmente mi imbatto in qualcosa che non solo mi piace ma e' anche relativamente nuovo, beh, ripaga di tutto il tempo impiegato. Fondati a Bandung in Indonesia nel 1973, i Giant Step sono uno dei gruppi leggendari della scena rock progressiva indonesiana degli anni '70, la loro musica mostrava influenze dei grandi dell'olimpo progressivo, ma riusciva comunque a fornire originalità. La band ha pubblicato sette album fra il 1975 ed il 1985, si e' sciolta e si e' riformata nel 2017 per pubblicare un altro lavoro. Inoltre il gia' accennato Benny Soebardja e' il cantante e primo chitarrista, affiancato da Albert Warnerin all'altra chitarra, Triawan Munaf alle tastiere, Adhy Sibolangit al basso e Haddy Arief alla batteria. Il loro sound e' un maniacale hard/psych prog con mostruose onde d'organo e testi in lingua madre; le influenze spaziano dal rock psichedelico degli anni '60, con begli intrecci tastiere/chitarra, alla musica classica con numerosi strati di moog. Peccato per la produzione arrangiata.


 

Gösta Berlings Saga - Släpad (da Konkret Musik, 2020)

Fondati nel 2004 a Vällingby in provincia di Stoccolma, questa band vede la genesi nel 2000, quando i musicisti ed amici David Lundberg (tastiere) e Alexander Skepp (batteria) iniziano a comporre canzoni strumentali, basate su batteria e tastiere, abbozzando suoni giocosi e melodici. Nel 2004 il duo decide di ampliare la formazione, avvertendo un limite sempre piu' evidente, e recluta Gabriel Hermansson come bassista e Matthias Danielsson come chitarrista, e con questa formazione i nostri cominciano a suonare in giro e registrare demo. Il loro primo grande concerto (tenuto, curiosamente, in un club illegale della periferia di Stoccolma) diffuse la notizia di questo nuovo gruppo in tutta la citta'. Nel 2006 Einar Baldursson entra come nuovo chitarrista, portando con se' suoni piu' oscuri e dissonanti. L'album da cui e' tratto questo brano e' il sesto dei Gösta Berlings Saga, i quali propongono un rock progressivo moderno ed eclettico, che attinge dai canoni principali: dalla sinfonia oscura alla jam jazz, dai frammenti RIO alle armonie space rock. Släpad e' ritmica ed opprimente, marziale e greve, con un gran lavoro di batteria e percussioni, basso presente e pulsante, conduzione in mano alle tastiere con la chitarra ad accompagnare, un gioiellino. 

 

Iosonouncane - Tanca, Stormi (da DIE, 2015)

  Iosonouncane, pseudonimo di Jacopo Incani, e' un cantautore e compositore italiano. Da adolescente fonda gli Adharma (band della quale non so dirvi granche') nella sua Sardegna, prima di trasferirsi a Bologna per frequentare l'universita'. Il progetto Iosonouncane nasce nel 2008 quando Jacopo acquista un campionatore ed una loop machine, e si mette a giocare coi suoni. Cosi' arriva il disco d'esordio nel 2010 La Macarena Su Roma, ben accolto dalla critica, in cui il cantautore sardo si occupa in pratica di tutto, dalle musiche composte da loop e campionamenti, nonche' dalla chitarra acustica, ai testi, provocatori e taglienti, incentrati su temi d'attualita' come la precarieta', la disinformazione, il razzismo e la disuguaglianza sociale, fino alla produzione. In quel periodo il musicista lavorava per un call center, e non ho idea se si sia mai laureato. Il capolavoro arriva nel 2015 con l'album DIE, in cui suonano altri 17 musicisti oltre a Jacopo, che si occupa del canto, delle chitarre, delle tastiere, delle percussioni e degli immancabili campionamenti. Psichedelia, canto a tenore sardo, minimalismo, techno, elettronica lo-fi, progressive, canzone d'autore sono gli elementi che caratterizzano strutturalmente e timbricamente il disco. Nell'album ci sono percussioni, beat elettronici, campionature vocali e orchestrali, un organo, un pianoforte, sintetizzatori, un flicorno, una sezione fiati composta da sax baritono, trombone e tromba, chitarre classiche, acustiche ed elettriche, una chitarra slide, la chitarra sarda preparata, grida e voci femminili. Un calderone di stili e suoni che forma l'idea di musica di questo artista pieno di talento. Nel 2021 arriva Ira, non all'altezza di DIE putroppo. Se Tanca e' una lunga composizione minimalista, rumorista,  opprimente, inquietante, oscura, straniante, Stormi e' invece melodica, rassicurante, dolce, quasi serena, a creare un contrasto dal forte impatto. Una piacevole scoperta, mi aspetto molto da questo ragazzo.
 

Kayak - Waiting (da Out Of This World, 2021)
I Kayak sono una delle band di punta del prog olandese, nonche' uno dei gruppi piu' longevi e produttivi dei Paesi Bassi. Fondati nel 1972 a Hilversum, la loro storia vede diverse fasi ben distinte, come il cambio di stile nel 1977 (data non a caso vista l'ascesa del punk), lo scioglimento nel 1981, fino alla rinascita nel 2000. I Kayak annoverano nelle loro fila il tastierista Ton Scherpenzeel, uno dei musicisti piu' talentuosi dell'intero genere, affiancato da un altro tastierista di nome Pim Koopman, che durante la fase piu' prettamente prog lo aiuta nella scrittura delle canzoni. Inizialmente il loro stile era molto ispirato da Genesis, Yes e Supertramp, ma dal 1977 in poi si vede non solo un cambio di approccio ma anche di formazione. Koopman lascia la band, un fan di vecchia data, Edward Reekers, entra come cantante, ed il cantante originale si mette dietro ai tamburi, essendo in effetti batterista di professione. I Kayak a questo punto intuendo l'incombente declino della popolarita' del progressive decidono di virare verso un prog piu' tendente al pop, forma canzone ma arrangiamenti elaborati e partiture sofisticate, alla Asia per intenderci. Ricapitolando, dopo l'album d'esordio See See The Sun, di cui consiglio l'ascolto, questi simpatici olandesi pubblicano altri 7 album fino allo scioglimento, con Phantom Of The Night del 1978 che risultera' il loro album piu' venduto di sempre. Nella seconda fase pubblicheranno altri 10 album, con questo Out Of This World che secondo me e' forse il loro migliore lascito. Oltre a Ton, gli altri musicisti coinvolti sono il cantante Bart Schwertmann, il chitarristra Marcel Singor, il bassista Kristoffer Gildenlöw ed il batterista Hans Eijkenaar. Ascoltate questa stupenda canzone pop, raffinata, curata, elegante, piena di classe.
 

Osiris - Sailor on the Seas of Fate (da Osiris, 1981)
Il prog e' uno dei generi piu' di nicchia in assoluto, dai risvolti commerciali molto raramente rilevanti, eppure e' arrivato ai quattro angoli del mondo. Questa band fu fondata nel 1979 a Manama, in Bahrain, piu' unico che raro caso di prog dal medio oriente. Il loro stile viene spesso etichettato come neo-prog, ma cronologicamente anticipano il neo-prog, e cio' deriva soprattutto dal fatto che la band in questione si rifa' molto a Camel e Genesis, pur semplificandone alcuni tratti. Molto curioso il fatto che questi ragazzi abbiano pubblicato cinque album in un arco di tempo di quasi 40 anni, visto che la loro ultima pubblicazione e' del 2020. Line-up nutrita, con Mohamed Al-Sadeqi alla chitarra e voce, Mohammed Amin Kooheji all'altra chitarra, al basso ed alle percussioni, Abdul Razzak Arian alle tastiere, Sami Al-Jamea suona altre tastiere, Mohammed Amin Shafii suona il basso e perche' no, ulteriori tastiere, Nabil Al-Sadeqi e' il batterista ed infine Isa Jahani al vibrafono ed alle percussioni. Questa canzone mette insieme sonorita' piu' europee a echi arabi e medio-orientali, organi e sintetizzatori si sprecano, mentre gli ultimi quattro minuti sono una fuga strumentale molto alla Alan Parsons Project. 11 minuti di ottimo prog esotico.
 

Sad Minstrel - The Flight Of The Phoenix (da The Flight Of The Phoenix, 2001)
Sad Minstrel e' il progetto solista del tastierista dei Malombra, Fabio Casanova, il quale pubblica questo album quando la band stava per scioglersi (si sarebbe riformata vent'anni dopo) ma che lui aveva comunque gia' abbandonato. Unico disco di questo artista, che qui oltre alle tastiere si occupa di tutto il resto, ovvero chitarre, canto, basso MIDI e batteria campionata; album piacevole, catalogato come folk ma che invece presenta un bel piglio rock che ricorda vagamente il folk solo per alcuni rimandi ai Jethro Tull, soprattutto nel tono della voce. Una via di mezzo fra folk e psych direi, tante belle idee, questa canzone in particolare e' aggressiva ed orecchiabile, con un bel riff di chitarra e degli indovinati arrangiamenti tastieristici.
 

The Chemistry Experiment - Story of Isaac, A Good Wind (da Gongs Played By Voice, 2015)
Di questi ragazzi non so dirvi molto, infatti e' incredibilmente difficile trovare informazioni sul loro conto, non esiste nemmeno un sito ufficiale della band. Ad ogni modo, pare siano inglesi e sono arrivati con questo Gongs Played By Voice al loro quarto disco, dopo l'esordio nel 2001. Considerando che il gruppo trae influenza da artisti di ampio respiro come King Crimson, Tindersticks e Soft Machine, l’album si assesta in un territorio indie-folk relativamente sicuro. A Good Wing, lunga nove minuti, porta alla ribalta elementi psichedelici: descrive una giornata ventosa sulla costa australiana e la classica battaglia tra il bene e il male, la natura e il sintetico, l'umano e il vocoder. Story of Isaac e' invece una cover di Leonard Cohen, davvero molto carina. La band e' formata da Steven Kirk a voce e chitarra, Paul Stone al basso, Emily Kawasaki alle tastiere, Lee Tombs al flauto e Martin Craig alla batteria. Liberamente basato sul tema delle stagioni, degli elementi e del mare, come molte cose dei The Chemistry Experiment questo lavoro è unico, stramboide, pastorale e distinto.
 

The Comet Is Coming - Code (da Hyper-Dimensional Expansion Beam, 2022)
I The Comet Is Coming sono una band londinese attiva fra il 2015 ed il 2023 la cui produzione consiste di quattro album in studio, dall'ultimo dei quali e' estratta questa canzone. Formato da tre elementi, il sassofonista Shabaka Hutchings, il tastierista Dan Leavers ed il batterista Max Hallett, il gruppo mescola jazz, elettronica, funk e psichedelia per proporre una miscela originale e dal grande impatto.

Negli ultimi dieci anni, Hutchings si è affermato come uno dei rappresentanti più potenti della musica improvvisata britannica, non solo in virtù del suo status di musicista appartenente ad alcuni dei gruppi jazz più famosi del paese, ma perché emette un suono più forte e fisico attraverso il suo sax tenore di quasi chiunque altro suoni lo strumento oggi. Sin dal debutto, il trio è stato una novita' per il modo di suonare fortemente dinamico allo scopo di liberarsi dai vincoli formali: con solo due strumenti come accompagnamento, il sax qui può sfogarsi liberamente attraverso la fusione dei generi summenzionati, con persino puntate nel dub terroso e nello swing ondulato. Questa Code e' ovviamente trascinata da un irresistibile sax, qui piu' melodico e groovy che mai, con un bel doppio sintetizzatore sullo sfondo ed un drumming marziale e ritmico. La band purtoppo si e' sciolta lo scorso anno pare a causa di dissidi interni.


The Ocean - Holocene (da Phanerozoic II: Mesozoic / Cenozoic, 2020)
Gli Ocean sono una band prog/metal tedesca fondata dal chitarrista Robin Staps nel 2000 e tutt'ora attiva. Da notare che esiste anche un album denominato Holocene uscito nel 2023 e che devo ancora ascoltare. Il gruppo e' riuscito a trovare una formazione stabile solo dal 2019, assestandosi sui seguenti elementi, oltre a Staps: Loïc Rossetti alla voce, David Ramis Åhfeldt alla chitarra, Mattias Hägerstrand al basso e Paul Seidel alla batteria. Sono ormai nove gli album in studio dopo il debutto del 2004, tutti di pregevole fattura devo dire; se questa canzone piace consiglio di ascoltare l'intera discografia, visto che non c'e' davvero un album che spicca sugli altri (a meno che l'ultimo che devo ancora sentire non sia il tanto atteso capolavoro). Lo stile di questi nostri amici tedeschi e' stato etichettato come prog/metal atmosferico, definizione che calza a pennello a mio parere.
 

Victor Peraino's Kingdom Come - Athena (da Were Next, 1981)
Victor Peraino ha registrato l'album Journey con gli Arthur Brown's Kingdom Come (derivazione dei The Crazy World of Arthur Brown) nel 1973, suonando tastiere ed altri strumenti elettronici, cantando e suonando le percussioni, dopodiche' e' riuscito in qualche maniera ad acquisire la sigla ed ha a sua volta pubblicato un paio di album in studio a nome di Victor Peraino's Kingdom Come, uno nel 1975, No Man's Land, e l'altro nel 2014, Journey In Time, nel quale fra l'altro compare anche Arthur Brown. Victor ha anche collaborato con Queen, Manfred Mann, Dave Edmunds, Brian Eno, Daevid Allen, Hawkwind e la Edgar Broughton Band. Questa canzone e' tratta da un EP, e' lunga poco piu' di due minuti, molto ritmica con l'organo a condurre, ricorda qualcosa di David Bowie.
 

Witsend - Circadian Rhythm (da Cosmos And Chaos, 1993)

I Witsend hanno cambiato nome subito dopo la pubblicazione di quest'album, a causa di un'omonimia con un gruppo norvegese. Inizialmente si chiamavano Abraxas, che pero' e' gia' il nome di una band polacca, hanno quindi virato verso Witsend, per poi definitivamente adottare lo pseudonimo Syzygy, nome col quale sono tutt'oggi conosciuti. I due membri fondatori, Carl Baldassarre (chitarra, basso) e Sam Giunta (tastiere), suonano insieme fin dagli anni 80, proponendo un interessante heavy prog, per poi decidere di registrare un album con un vicino di casa di Sam, Paul Mihacevich, alla batteria. Tale album e' un miscuglio di prog classico: i tre americani attingono a piene mani dal lascito di Genesis ed ELP in primis, forse anche un po' di Kansas, per miscelare il tutto e proporre una propria idea di musica. Si tratta di un brano calmo ed atmosferico, orecchiabile e catchy, molto piacevole. I tre riemergeranno dieci anni (e nove figli) dopo col nome Syzygy, oggigiorno relativamente conosciuti nell'ambiente.
 

Zoundworks - The Hole (da 2014, 2014)
Zoundworks e' il nome scelto da Erik de Beer per un altro dei suoi spin-off. Erik e' un musicista olandese, fondatore ed unico membro dei Life Line Project e componente del power trio Brancard. Qui Erik suona la chitarra, il basso, le testiere, la batteria, il flauto ed altri strumenti, ma non canta, per cui si avvale dell'aiuto di tre cantanti diversi. Credo che questa sia una delle canzoni piu' emozionanti, struggenti ed emotive che abbia mai ascoltato, la potenza lirica e' davvero notevole, ed e' incredibile come una perla del genere sia incastonata in un album cosi' di nicchia.