venerdì 28 luglio 2023

venerdì 21 luglio 2023

mercoledì 19 luglio 2023

Crocodile - His Name Is Stan And He's A Bad Motherf-ker (2018)

I Crocodile sono un gruppo texano nato nel 2017 che ha dato alle stampe due album, questo divertentissimo His Name Is Stan And He's A Bad Motherf-ker nel 2018, e Howling Mad Black Music Under Hot Stars nel 2019, leggermente meno ispirato. Kevin Sims, chitarra e voce, Greg Seale, batteria e percussioni, Ted Thomas, basso e voce, e Philip Spann, tastiere, sono tutti decisamente in fissa con la musica degli anni '70 e '80, come si legge dal loro sito: "La nostra musica non è facilmente classificabile. Immagina di mescolare Gentle Giant con Steely Dan. Rush con ELO. Yes con gli Smiths. Strano, eh? Ma per noi funziona." I Crocodile fanno Prog, con sudore e muscoli. Fanno musica progressiva ma accessibile, vibrante e creativa, nel tentativo di riconquistare il fascino inventivo ispirato dai pionieri del genere. L'album in questione e' un concept dedicato alla figura di Stan, come si puo' intuire, un tizio ossessionato dal lavoro che pare essere stato un personaggio in carne ed ossa e che abbia fatto parte della vita di uno dei componenti del gruppo per qualche tempo. Si tratta di musica essenzialmente allegra e positiva, di prog-rock moderno carico di sano umorismo ed ironia. La storia di questo lavoro è davvero sorprendente: Kevin Sims (che compone quasi tutta la musica e scrive i testi) ha iniziato a lavorarci quando non aveva nemmeno diciassette anni, ed ha sviluppato immediatamente un rapporto ossessivo con questa opera, amando ed odiando il risultato della sua creativita', abbandonandolo per poi tornarvici, distruggendo, cambiando e producendo per quindici anni. Di conseguenza, si è fuso con il personaggio
centrale, Stan è diventato qualcosa come l'alter ego dell'autore. L'atmosfera e' molto simile a quella di Thick As a Brick, per intenderci. Dalle liriche si intuisce che il significato e lo scopo della vita di Stan è completare in tempo il lavoro a lui assegnato, ad ogni costo. È sempre raccolto e concentrato sugli affari, vive da un compito all'altro, si sacrifica molto, si convince che questo sia l'unico modo per sopravvivere e per ottenere qualcosa in questo mondo. Ma qual è il risultato? Come finirà la sua vita? Ecco di cosa parla l'album. Si legge dalle note di copertina: "Ho iniziato a lavorare per Stan quando avevo circa 17 anni. Facevamo lavori di ristrutturazione/costruzione di ogni tipo. Odiavo quel lavoro. Lo detestavo persino. A volte non riuscivo a convincermi a farlo. Stan era uno che chiamereste un maniaco del lavoro. Era motivato e ossessivo. Serissimo su cose come la qualità e le scadenze. Era il tipo che deve lavorare per sopravvivere. E per sentirsi vivo in realta'. Io, d'altra parte, non ero affatto interessato a cose banali come il duro lavoro, le responsabilità o le realizzazioni di questo tipo. Ero ansioso e strano. Un uomo-bambino troppo sveglio e fuori luogo. Soprattutto sotto l'occhio vigile di un perfezionista come Stan. Ero sempre pronto per la fine di un'altra straziante giornata lavorativa. Ho lavorato con Stan per circa 15 anni. Da allora ne sono passati altri 15. Non abbiamo mai parlato. Non sa che ho scritto un album su di lui. Vedi, io e Stan non eravamo molto legati. Il che immagino renda tutto cio' abbastanza ridicolo."

I Crocodile sono una band americana che non suona affatto americana, anzi molto britannica. La chitarra elettrica è molto hard rock nel timbro, ma c'è anche una grande complessità e spigolosità nei loro attacchi. Che siano influenzati tanto dal rock'n'roll quanto dal neo prog non è mai in dubbio, ma è la fusione del primo con stili più tradizionali che li fa davvero risaltare. I Gentle Giant non sono mai troppo lontani da ciò che i nostri propongono, sia nell'uso tempestivo del glockenspiel che nelle lunghe sezioni strumentali che hanno sempre una direzione ed uno scopo. La tile track poi rimanda quasi ai 10cc classici, il che non è quello che molti si aspettano da un gruppo prog. Usano harmony vocals quando è il momento, sparigliano le carte in termini di tempo e attacco, durante tutta la durata del disco non si ha mai la certezza di quale direzione verra' intrapresa, ma si sa che sara' la direzione giusta.
C'è anche molta varieta' nel canto in quest'album: teatrale, narrativo à la chansonnier, armonizzato, corale. La voce solista di Kevin Sims si distingue per il melodramma insinuante, quella sensualita' che sa di presa in giro, ed uno speciale eclettismo. La parte strumentale piace per l'impeccabile interazione esecutiva di tutti i membri dell'ensemble, la melodia e l'eleganza delle costruzioni compositive, tutto il talento tecnico dei musicisti e' dedicato all'orecchiabilita' del prodotto. Due brani strumentali interrompono la narrazione: gli 8 minuti  di Sawhorse, ed un interludio di un minuto chiamato Lunchtime, che nel contesto dell'album funzionano alla perfezione, permettendo non solo di ammirare l'arte esecutiva dei musicisti, di sentire l'originalità del loro approccio artistico, ma anche di ripensare alla parte lirica fin li' ascoltata, nonché di fare ipotesi sull'ulteriore sviluppo della trama. E i colpi di scena in questa storia, devo dire, sono molto curiosi. E ciò che è notevole è che ognuno di questi sviluppi si riflette nei toni della musica.
L'album contiene 5 canzoni per 40 minuti di musica, tutte con lunghe sezioni strumentali. Il suono della band è dominato dalla chitarra solista ora hard-rock ora blues che regala alcuni assoli parecchio riusciti, molto ben supportata da tastiere dal suono vintage e da una sezione ritmica serrata. Posso solo consigliare caldamente l'album a una vasta gamma di fan dell'eclectic-prog originale e moderno. His Name Is Stan And He's A Bad Motherf-ker, come suggerisce il titolo, è un affare privato di un gruppo di musicisti di grande talento, che regalano un'opera spensierata basata su un'esecuzione seriosa. A me e' piaciuta.

domenica 2 luglio 2023