mercoledì 26 giugno 2024

Agusa - Prima Materia (2023)

Formatisi a Malmö, città costiera nel sud della Svezia, nel 2013, gli Agusa hanno cominciato come quartetto prog, inizialmente composto da Tobias Pettersson al basso, dal chitarrista Mikael Ödesjö, dal batterista Dag Strömkvist ed infine da Jonas Berge all'organo. Nell'estate di quell'anno questi simpatici musicisti si sono ritirati in un luogo sperduto delle campagne svedesi per registrare alcune jam session, improvvisando e creando la loro idea di musica in varie sessioni; il posto si chiama Agusa, da qui il nome della band. In autunno sono entrati in studio per registrare il loro debutto Högtid, che è stato pubblicato all'inizio del 2014. L’inizio del 2015 ha segnato un’altra evoluzione nel roster del gruppo con l’ingresso di Jenny Puertas, virtuosa flautista. Nel 2021 il gruppo ha subito ulteriori trasformazioni nella formazione: l'uscita dell'album En Annan Värld ha portato un nuovo ensemble di musicisti, tra cui il tastierista Roman Andrén e il bassista Simon Ström, inaugurando un nuovo capitolo nella storia degli Agusa. Infine per questo album e' stato arruolato il batterista Nicolas Difornis, quinto membro ufficiale della band. I loro lavori sono generalmente composti da brani progressivi retrò anni '70, caratterizzati da un particolare lavoro d'organo e da una decisa base psichedelica, con elementi folk che vanno a colorare ulteriormente il tutto. Questi svedesi non hanno mai cambiato direzione nel loro percorso artistico, piuttosto si sono migliorati col tempo e con l'esperienza.

Stilisticamente, gli Agusa si possono paragonare a gruppi come Camel e Caravan, per via del flauto e delle tastiere, tuttavia, la band intreccia una vasta gamma di influenze come il rock progressivo sinfonico, il folk-rock e persino la world music. Ad esempio, in Ur Askan, deliziano l'ascoltatore con una combinazione sapientemente realizzata di ritmi reggae, melodie mediorientali, rock andaluso, folk nordico e altro ancora. Gli Agusa padroneggiano quel suono retrò, sembra davvero di ascoltare una band degli anni '70. Le tastiere vintage e quel flauto ti catturano immediatamente, le quattro canzoni che compongono il disco non sono altro che lunghe jam sinuose, fluide ed accattivanti.
Dopo En Annan Varld del 2021 arriva l'album Prima Materia, loro ottava pubblicazione, con il solo chitarrista Ödesjö sopravvissuto dalla formazione originale. Prima Materia è un album che vede i musicisti addentrarsi ancora più profondamente e ulteriormente in quell'incredibile percorso che fu il rock progressivo degli anni '70.
Prima Materia è composto da sole 4 tracce, 2 su ciascun lato del vinile e per lo più strumentali. L'apertura Lust Och Fägring (Sommarvisan) inizia con un suono dolce e sereno di chitarra acustica classica e mentre la chitarra elettrica fa lentamente la sua comparsa la band lancia il primo groove in un fantastico stile folk, il flauto apre la strada, la musica diventa sempre più orientata verso il progressive rock, concedendo alle tastiere un po' di spazio per mettersi in evidenza; si vede che il gruppo è in ottima forma, i ripetuti cambi di mood e di ritmo aggiungono qualcosa di magico all'atmosfera, creando un'interessante commistione di passato e futuro. Man mano che la traccia evolve si viene a creare un'intensa atmosfera prog anni '70 che influenza l'intero brano; ad un certo punto c'è spazio per flirtare con la psichedelia e persino con il kraut, anche con rimandi ai primi Pink Floyd. Una linea musicale sognante basata sul flauto introduce il brano successivo Under Bar Himmel; grazie ad un motivo acustico lento, la canzone ha qualcosa della ballata folk-rock, ricordando decisamente i primi lavori della band in questione (non che il loro sound sia cambiato molto); la band ancora una volta esegue cio' che sa fare meglio, ovvero mescolare vari stili all'interno della stessa canzone, con affascinanti cambi di ritmo, di atmosfera e di scenari, salvo poi concludere la traccia con quel folk peculiare con il quale l'aveva aperta. Il lato B inizia con Ur Askan, superbo motivo prog-folk con un ritmo funky e dubby e qualche flirt mediorientale, che si appoggia più al prog che al folk pur rimanendo aggraziata e delicata, nonostante le potenti chitarre elettriche; verso la fine la traccia entra nuovamente nel mondo psych, mondo oscuro sferzato da scintillanti chitarre lente e voci femminili, trasformandosi in hard prima e in una ballata poi, piu' prog che mai.

L'album si conclude con Så Ock På Jorden, che comincia come una ballata morbida in un ambiente folk tranquillo e vocalizzi femminili, ma poi improvvisamente diventa più ritmica, più groovy e più prog-oriented, con tastiere e flauto a creare quel suono cosi' marchio di fabbrica degli ​​Agusa, così glorioso e caratteristico; infine la chitarra aggiunge un'attitudine funky per un brillante finale del brano e dell'album. Prima Materia è un bel lavoro, pieno di entusiasmo e suoni vintage di rock progressivo incorporanti le necessarie dosi di folk e psych, è sicuramente uno dei migliori album del 2023, e forse il miglior disco di questa formidabile band.

Lo spirito dei primi anni ’70 è innegabilmente ovunque in Prima Materia. Ma qualunque sia il vero fattore che rende la loro musica eccezionale, la conclusione è che gli Agusa mi fanno sentire bene. Ciò non significa affatto che le loro lunghe tracce strumentali siano sempre dolci e soffici. Sebbene possano effettivamente essere spensierati e giocosi, c’è anche spazio per l’inquietudine, la serietà e la gravità. Le storie raccontate in questo lavoro sono complesse e sfaccettate, ma sono raccontate in un linguaggio volutamente ingenuo, naturalmente fiabesco. Si può dire che questo non è un progetto messo insieme sullo schermo di un computer in uno studio casalingo, ma viene da un gruppo che ama davvero riunirsi per sviluppare e suonare il proprio sound. Questi quaranta minuti magici sembrano per lo più una pura espressione della loro gioia di fare musica, le grandi composizioni ne sono solo un gradito effetto collaterale.