mercoledì 11 febbraio 2009

Novalis - Sommerabend (1976)

I Novalis erano una band tedesca degli anni '70, autori di un buon prog tipicamente tedesco e di un discreto numero di album. La band si forma nel 1971 e inizialmente è chiamata Mosaik, subito dopo cambia nome in Novalis, inoltre nel 1976 la line-up si assesta stabilmente ed è così formata: il cantante austriaco Fred Mühlböck, il bassista Heino Schünzel, il tastierista Lutz Rahn, il batterista Hartwig Biereichel ed il chitarrista Detlef Job. Proprio nel '76 danno alle stampe il loro miglior lavoro, questo Sommerabend, e suoneranno fino al 1985, anno dello scioglimento. Il sound di questo gruppo è di derivazione tedesca, come detto, tendenza rintracciabile nei lunghi inserti di tastiera che creano atmosfere eteree e spaziali, ma invece di cercare ispirazione nell'avanguardia, nel noise o nell'elettronica, come molte band teutoniche, ricorre a temi romantici ed a solide melodie. Quindi non aspettatevi intricate parti strumentali, tempi dispari e ritmiche dissonanti, forse neanche assoli particolarmente virtuosi, i Novalis preferiscono rilassare l'ascoltatore creando l'umore adatto. La principale fonte di ispirazione sono così i Pink Floyd più romantici, quelli di Breathe o Time. Sommerabend è composto da tre tracce, due più brevi sul lato A e una lunga suite sul lato B, secondo uno schema ampiamente collaudato. La prima traccia Aufbruch è uno strumentale trascinato da chitarra e tastiere: lenta, sognante, rilassata al massimo, dolcissima. La seconda, Wunderschätze, presenta invece parti cantate ed altre strumentali; comincia anch'essa in maniera tenue per poi crescere ed accelerare, mantenendo toni solenni e magnificenti per tutta la sua durata. L'ultima, la suite Sommerabend, presenta parti con synth e chitarra acustica, ma è soprattutto dominata dalle tastiere, le quali tessono temi incantevoli e spaziano fra diversi timbri e ritmiche, suscitando nell'ascoltatore sentimenti positivi, o per lo meno, questo è ciò che ha provocato in me. Le liriche sono in tedesco e altro non sono che i sonetti del poeta dal quale la band prende il nome; ascoltare un cantato in tedesco è veramente strano, forse solo il latino è meno musicale, e ciò ha impedito una più ampia diffusione internazionale probabilmente.

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