venerdì 26 giugno 2009

Chris Squire - Fish out of Water (1975)

Fish out of water è l'unico album solista del fantastico, irraggiungibile, invincibile Chris Squire, bassista degli Yes, uno dei migliori virtuosi del basso della storia del rock e mio preferito con questo strumento. La sua tecnica è inconfondibile, il pulsare del suo basso ha funzione sia ritmica che melodica, è uno dei primi ad usare effetti elettronici applicati al basso elettrico, come la distorsione ed il wah-wah, e il suo stile sarà appreso e rielaborato dal grande Jaco Pastorius. Chris inoltre è l'unico membro degli Yes ad essere presente ad ogni pubblicazione del gruppo, dal 1969 ad oggi. Apprezzo moltissimo questo lavoro perchè sono innamorato perdutamente dell'autore, ma è comunque un validissimo lavoro, progressivo allo stato puro, album adatto agli amanti degli Yes in primis, of course, ma anche a tutti coloro che amano il prog classico in senso stretto. In questo album Chris suona il basso, la chitarra (nei pochi sprazzi che le sono riservati) e canta, dimostrando di avere una voce melodica e all'altezza della situazione, e si circonda di tastieristi, dimostrando di preferire il suono delle tastiere a quello della chitarra (proprio come me!), cioè gli organisti Barry Rose e Patrick Moraz, che il quel periodo era nella line-up degli Yes, ed il pianista Andrew Pryce Jackman. Il batterista è il fido Bill Bruford che in quel periodo era con i King Crimson, e vi sono anche il sassofonista Mel Collins (King Crimson, Camel) e il flautista Jimmy Hastings (Caravan). Chris riversa in questo album tutto il suo talento compositivo, tutte le idee che finora non aveva potuto esprimere con gli Yes, e ciò che ne esce fuori è un prog incentrato sul suono del basso ovviamente, basso che ricopre sovente un ruolo melodico, con la batteria che lo insegue e le tastiere che si intrecciano passando dal rock alla psichedelia al jazz in un batter d'occhio, flauto e sax fanno il resto. L'album comincia con Hold out your hand, inaugurato da un assolo di basso mozzafiato, progressive allo stato puro ma molto melodico, il basso detta i tempi mentre l'organo disegna linee contorte e la batteria ricama. Gran bel pezzo che si attacca al successivo You by my side, ballata romantica e melodica con orchestrazione e un bellissimo solo di flauto. Il terzo brano è il capolavoro dell'album: Silently falling comincia con una pesante linea di basso e la voce armoniosa di Chris, poi tutti i musicisti si lanciano in un delirio progressivo fino ad un paio di minuti dalla fine (dura 11 minuti), quando l'atmosfera si fa decadente e malinconica e un ritornello strappalacrime chiude il brano. La seguente, Lucky seven, è più di impronta jazz e si regge su un indovinato intreccio piano-sax, con il solito basso a fare da protagonista. L'ultimo brano, Safe, è forse un po' troppo esteso con il suo quarto d'ora, è quasi interamente strumentale ed è infarcito di barocchismi, sinfonie, psichedelia, un'esplosione progressiva in piena regola. E' da ascoltare più volte prima di poter essere apprezzato, forse è il brano meno forte del disco, ma fa la sua bella figura. Esistono sicuramente bassisti più tecnici rispetto a Chris Squire, ma il gusto per la melodia, l'equilibrio, l'innovazione, il talento, sono qualità difficili da trovare tutte insieme in un unico musicista. Ultima nota, ho scoperto che Chris ha lasciato la scuola a 16 anni dopo essere stato cacciato a causa dei suoi capelli lunghi. Un mito. Non c'è molto altro da dire, solo ascoltare per credere.

lunedì 8 giugno 2009

le Orme - Smogmagica (1975)

Ottavo album per il gruppo veneziano, l'ultimo con la classica formazione a trio anche se nella line-up figura il chitarrista (che suona anche l'armonica) Tolo Marton, che sarebbe dovuto entrare in pianta stabile nella band ma che prenderà poi una strada diversa. La presenza di Tolo in questo album si sente, e parecchio, infatti la chitarra domina il sound, le tastiere si mantengono spesso in disparte e sono poche le canzoni che ricalcano lo schema precedente. Può essere definito a ragione l'album più rock delle Orme, anche se ogni canzone è un dolcissimo affresco pop prog, sbilanciandosi nell'una o nell'altra direzione. La copertina è del disegnatore inglese Paul Whitehead e figura anch'essa nella mia collezione di vinili. Il disco viene inciso a Los Angeles, dove la band si era recata per usufruire delle migliori tecnologie di registrazione e presenta alcune canzoni ispirate dal selvaggio territorio americano che i quattro musicisti non avevano mai visto. In ogni caso finite le registrazioni si precipiteranno nella loro Mestre, preferendola di gran lunga alla malinconica e sconfinata America. L'opener è Los Angeles, la traccia più lunga e variegata dell'album, la chitarra è subito in evidenza cambiando regime e stile più volte nel corso della canzone, Toni a volte scambia la conduzione della canzone con la chitarra ma è quest'ultima più spesso in evidenza, Aldo è come sempre impeccabile con il basso e divino con la voce. Canzone molto hard, uno degli episodi più duri della band veneta, un inizio del genere è sicuramente inaspettato e splendido, per questo il gruppo cambia immediatamente registro con Amico di ieri, traccia più Orme-style. Amico di ieri è una ballata per voce e chitarra acustica, come ce ne sono tante nella loro produzione, ma questa spicca per malinconia, bellezza e ovviamente dolcezza: la chitarra elettrica ed il basso duettano alla grande, l'acustica e le tastiere in sottofondo creano quell'atmosfera decadente e autunnale, l'armonica dona un tocco di Stati Uniti. Una delle migliori tracce delle Orme. Ora o mai più, la canzone seguente, è un rock'n'roll coinvolgente e riuscitissimo, con un trascinante duetto chitarra tastiere. Si prosegue con Laserium Floyd, traccia dedicata ai Pink Floyd e ricalcante lo sile: risulta essere la canzone più progressiva del disco, è uno strumentale dominato dalla chitarra, ovviamente alla Gilmour, con le tastiere in sottofondo che tessono trame spaziali; canzone magari non originalissima ma ha il suo perchè. Con Primi passi ci si addentra nel pop rock più spinto: canzone semplice nelle partiture ma comunque in grado di cambiare ritmo tre o quattro volte nella stessa canzone, è l'esempio perfetto di come dovrebbe essere una traccia pop. Immensa distesa è la seconda ballata dell'album, altro episodio molto riuscito ed in grado di evocare nell'ascoltatore sentimenti profondi come nostalgia e serenità, la voce di Aldo è sempre qualcosa di spettacolare. L'album continua con Amanti di città, ancora un rock'n'roll canonico che si sposa con qualche timido accenno prog: la chitarra domina grazie ad un riff granitico una canzone che parla dei nuovi rapporti che si vengono a creare in città (siamo nel 1975, la rivoluzione sessuale stava arrivando anche in Italia), ovverosia narra di una coppia di amanti che vivono separati, non vogliono il matrimonio nè impegni particolari ma si giurano comunque eterno amore, facendo parlare le due voci, secondo me interpretate entrambe da Aldo visto che la voce femminile è palesemente quella di un uomo. La traccia seguente, L'uomo del pianino, è un altro esempio di perfezione pop-prog: traccia leggera, facilmente assimilabile, quasi ballabile ma che cambia stile e forma nel giro di pochi minuti e ogni nota che produce è di una bellezza disarmante. Chiude Laurel Canyon, canzone più progressiva ma meno interessante delle altre a conti fatti. Smogmagica è un album di transizione, le Orme stanno passando da un periodo caratterizzato da una produzione tipicamente progressiva ad una forma canzone più canonica, in ogni caso è l'ennesima conferma dell'incredibile bravura ed ispirazione del gruppo veneziano.

venerdì 5 giugno 2009

Abbiamo il presidente che ci meritiamo

Mi è stato appena dato del moralista da un mio collega, un uomo di 45 anni, perchè ho esternato il desiderio di avere per presidente una persona seria, cioè una persona che non va con le minorenni e non va a puttane. Mi sono sentito dire "Ognuno in casa sua fa quel che vuole" da uno che vota Pd e non capisce che il primo a mischiare la vita privata con la vita pubblica è stato proprio Berlusconi, non capisce che una persona seria è esattamente il contrario di colui che abbiamo a guidare l'Italia, non capisce che sono stufo di sentire polemiche sulle presunte relazioni amorose del premier, voglio sentir parlare dei problemi dell'Italia, dei precari, dei giovani, dei disoccupati, dei trasporti, dell'apparato burocratico e legislativo, della criminalità organizzata, e voglio soluzioni. Ma nè i governanti nè i controgovernanti ne fanno il minimo accenno, evidentemente non sono moralisti come il sottoscritto.