di Piergiorgio Odifreddi
Dunque, la speculazione internazionale ha riscosso ciò che si era
prefissa. Nel giro di pochi giorni l’una dall’altra, la Grecia e
l’Italia hanno affidato le loro sorti a Lucas Papademos e Mario Monti,
due tecnocrati dell’economia che prenderanno le misure gradite alle
banche e all’industria, incuranti di cosa ne pensino gli elettori. I
quali, infatti, non solo non li hanno eletti, ma non sono stati nemmeno
interpellati, e dovranno graziosamente piegarsi alla necessità di ciò
che viene dichiarato “inevitabile”.
Certo non erano inevitabili i ministri che Monti si è scelto, dopo
essersi consigliato anzitutto con Dio stesso, andando per prima cosa a
messa. E poi, in ordine gerarchico, col presidente della Repubblica e i
partiti. Che, ingenuamente, credevamo fossero ormai ridotti a tre o
quattro, mentre invece risultano essere ancora un paio di dozzine, come
ai vecchi tempi della prima Repubblica: evidentemente mai morta,
nonostante i ripetuti requiem.
La sorpresa maggiore del nuovo governo è il ministero dello Sviluppo
al banchiere Corrado Passera: una nomina tanto ironica, quanto quella di
Mara Carfagna al ministero delle Pari Opportunità nel precedente
governo. Naturalmente, nessuno sospetta passati rapporti orali del nuovo
ministro col nuovo presidente del Consiglio. Ma bisogna comunque essere
ineffabili per pensare che le banche possano trasformarsi da problemi
della crisi mondiale in soluzioni, e che la speculazione possa
costituire una buona scuola per saper pilotare lo sviluppo.
Altrettanto sorprendente, perché da Repubblica delle Banane, la
nomina dell’ammiraglio Giampaolo di Paola (ex capo di Stato Maggiore e
attuale presidente del Comitato Militare della Nato) a ministero della
Difesa. Quanto a Lorenzo Ornaghi (rettore della Cattolica e
vicedirettore dell’Avvenire), nuovo ministro della Cultura, a Renato
Balduzzi (presidente del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e
direttore del bimestrale Coscienza), nuovo ministro per la Salute, e ad
Andrea Riccardi (fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed esponente di
Comunione e Liberazione), nuovo ministro per la Cooperazione, insieme
al devoto premier e allo stesso Passera garantiranno che la Chiesa
continuerà a presidiare il nuovo governo e a ricevere i soliti
finanziamenti.
Ma se i sacrifici non li faranno le banche, gli speculatori e la
Chiesa, a chi saranno riservati? La nomina di Elsa Fornero (esperta di
riforme previdenziali) a ministro del Welfare lascia intuire da dove si
comincerà. Dalle pensioni di anzianità:cioè, da coloro che hanno ormai
pagato i contributi per sè, ma che saranno costretti a continuare a
pagarli per gli altri. Naturalmente non si toglieranno le pensioni a
coloro che non le hanno pagate, o almeno non interamente: dai
coltivatori diretti, ai commercianti, ai liberi professionisti, che
hanno fatto le fortune elettorali dei governi della Prima Repubblica, e
mandato in rovina l’Inps.
In Grecia, di fronte a un esecutivo analogo a quello di Monti, i
partiti di sinistra hanno avuto il buon senso politico e la correttezza
ideologica di stare all’opposizione. In Italia, Veltroni e Bersani si
sono dichiarati soddisfatti: contenti loro, contenti tutti. Soprattutto
coloro che non li avevano votati, e che ora non debbono rodersi il
fegato pentendosi di aver affidato le loro sorti a “sinistri” di tal
fatta.
Ps. Aggiunta dell’ultima ora. Il cardinal Bertone ha dichiarato che
il governo Monti è “una bella squadra, alla quale auguro buon lavoro”.
Una conferma dall’alto, se non dall’Altissimo, delle mie preoccupazioni…
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venerdì 18 novembre 2011
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2 commenti:
Hey, siamo davvero molto più simili di quel che immaginavo.
Tanto per cominciare, credo che dopo la breccia di Porta Pia sarebbe l'ora di scacciare il Papa e cattolici al seguito con gentilissime spinte degli arti inferiori nel deterano di ognuno.
Se il Berlusca era da piangere per la politica, non oso immaginare cosa succederà con questo miscuglio di "papa-re" al potere.
Ma se saliamo sui canotti e fuggiamo in Albania?
questo miscuglio di cattolici alto-borghesi magari risollevera' le sorti del paese, ma sulla pelle viva dei cittadini.
io sono gia' fuggito, quando vuoi emigrare anche tu fammi un fischio.
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