domenica 30 marzo 2014

Anima Morte - Face The Sea Of Darkness (2007)

Gli Anima Morte sono una band di Stoccolma attiva dal 2005 circa, che ha dato alle stampe solo due album su CD ufficiali, ma anche numerosi singoli ed uscite in vinile. Face the Sea of Darkness e' il primo di questi due CD ed il meglio riuscito a mio parere. Il nome fa intuire influenze italiane, infatti per stessa ammissione del tastierista, Goblin ed Ennio Morricone sono due delle fonti di ispirazione principali, con elementi sinfonici ed elettronici in aggiunta, che scaturiscono in un suond da colonna sonora, oscuro, misterioso, elegante, solenne a tratti. L'intero album e' strumentale e senza soluzione di continuita', diviso in 11 tracce trascinate da chitarra e tastiere che dipingono atmosfere cariche di elettricita', intense, lontane, a volte un po' fredde. Di certo e' un album molto orecchiabile, richiede un po' di ascolti prima di essere assimilato, dopodiche' le melodie cominciano a diventare familiari e riconoscibili. Il ritmo e' sempre sostenuto, ogni intreccio, ogni armonia molto indovinati e piacevoli, l'intero lavoro scorre via liscio e coinvolgente. Sicuramente la sobrieta', l'ordine e l'eleganza sono punti cardine della musica degli Anima Morte, non aspettatevi soluzioni audaci, sperimentazioni e bizzarrie, ma cio' non significa che l'album manchi di originalita', anzi; la band e' bravissima nell'alternare momenti piu' robusti e potenti, quasi metal a volte, a ballate acustiche e brani piu' morbidi e dolci, senza interrompere mai il flusso sonoro. Molto piano e molto organo lasciano il posto a tastiere digitali e timbri piu' industriali, il chitarrista e' a suo agio all'elettrica come all'acustica, sezione ritmica impeccabile. I membri della band sono Daniel Cannerfelt alla chitarra, Stefan Granberg suona basso, chitarra e synth, Fredrik Klingwall e' il tastierista, Teddy Möller il batterista. Come detto, l'album e' scorrevole e piacevole nella sua interezza, ma brani che spiccano sono He Who Dwells in Darkness, Devoid of a Soul, A Decay of Mind and Flash e Funeral March. Secondo il mio modesto parere un album che ogni progster dovrebbe avere, una gradevole alternanza di esplosioni e passaggi morbidi, calma e agitazione, tempeste e cieli sereni, in neanche 40 minuti di musica raffinata e nostalgica.

Nessun commento: