domenica 29 giugno 2025

domenica 15 giugno 2025

lunedì 9 giugno 2025

lunedì 2 giugno 2025

sabato 24 maggio 2025

lunedì 19 maggio 2025

sabato 10 maggio 2025

Il re è nudo

Estratto dalla newsletter di Michele Serra, il quale pone un quesito a parer mio estremamente interessante e che penso valga la pena condividere.

Mi domandavo, la settimana scorsa, se gli attuali “grandi della Terra” ci appaiano mediocri per via della loro eccessiva esposizione mediatica o perché lo sono per davvero. E se anche i “grandi” del passato, qualora avessero avuto a disposizione i social, ci sarebbero sembrati così inclini alla fesseria e alla superficialità. Avete commentato in tanti, questa è una breve sintesi.

“Condivido la sua analisi relativa alla sempre minore autorevolezza dei ‘grandi della Terra’. Ma temo vada allargata anche ai meno grandi, e anche ai piccoli e piccolissimi: ho infatti la sensazione che una ‘persona specchiata, geniale e con un prodigioso intuito per il futuro’ sia difficile da trovare non solo in qualche staterello sperduto, come lei si augura, ma anche in qualche comunello strasperduto. Spero davvero che questa sia solo una visione distorta dall'essere boomer (o meglio vecchio e quindi portato a pensare che si stesse meglio prima). Però mi sento anche in colpa, io e la mia generazione: perché credo che la responsabilità di questo sfascio sia in gran parte nostra, nel non aver saputo creare le condizioni perché non accadesse, e nell'aver lasciato che persone non specchiate, poco intelligenti e senza alcuna visione del futuro prendessero in mano le sorti nostre e dei nostri figli e nipoti”.
Renato Fuchs

“Mi viene un dubbio: non sarà che l'ipertrofico sistema mediatico attuale - oltre a esercitare una pressione che rende statisticamente più probabile dire delle fesserie - favorisce per sua natura la selezione di un personale politico più propenso del passato a dire fesserie, in altre parole concentrato sulla ricerca del consenso purchessia invece che su una azione politica ragionata?”
Francesco (Torino)

“Prima di De Gaulle e De Gasperi ci sono stati Mussolini, Hitler, Stalin, con il loro seguito di popolo festante. Ci sono volute due guerre mondiali con il loro contorno di morte, sacrificio, coraggio, paura, prima che la gente imparasse dai propri errori, capisse l’importanza delle decisioni prese con responsabilità, della serietà delle conseguenze che esse comportano, imparasse a diffidare dei ciarlatani e si affidasse alle persone migliori (anche migliori di se stessi, cosa che oggi nessuno pare più disposto a riconoscere). Ma a lungo andare la memoria svanisce e lentamente riaffiorano i bassi istinti, le persone migliori vengono messe da parte a favore dei massimalisti e dei populisti. Speriamo solo non ci sia bisogno di prendere schiaffi per svegliarci”.
Marco

“Del presente, salvo Sanchez. Non mi pare peggiore di Rajoy e Aznar e tantomeno di Felipe Gonzales o Zapatero. Nonostante tutto, se la cava Macron, al cospetto dell’impalpabile Hollande, dell’impresentabile Sarkozy e pure di Chirac, che non era poi granché. Nel Regno Unito Starmer è un po’ incolore, ma dopo la corrida di tories direi che va anche bene. Re Carlo mi sta simpatico e, almeno personalmente, m’ero pure stancato della Regina, pace all’anima sua. Per il resto - Italia, Germania, USA e compagnia cantante - non c’è niente da fare”.
Fausto ‘85

“Purtroppo sono arrivato a capire che prima dei social media non sapevamo quante cretinate venissero dette per unità di tempo. Adesso lo sappiamo, ed è avvilente. Siamo circondati. E la situazione, grazie ai social media, va solo peggiorando”.
Marco Grigioni

“Accanto all'esposizione mediatica, bisognerebbe considerare l'imporsi di una nuova tendenza: l'eletto vuole e deve essere al pari dell'elettore, come se tanto bastasse a risolvere la crisi di rappresentatività dei partiti. Di Mario Draghi mi mancano l'aplomb, l'andatura, la riservatezza. I giornalisti allora s'appostavano fuori da macellerie, bar e ristoranti; noi leggevamo titoli tipo: Mario Draghi compra la fassona, Mario Draghi a colazione prende il cappuccino con il latte di soia, Mario Draghi mangia gli spaghetti ai ricci di mare. Di lui, con il tempo, abbiamo scoperto che ha un cane, legge i giornali e si fida solo di un dentista di Padova”.
Flavia

“Dopo lunghe riflessioni credo che sia così perché la democrazia ha effettivamente vinto: la democrazia democratizza, e democratizzando permetti l'accesso a più gente... e siccome la casta dei cretini è costante e trasversale, questi possono esondare. Un dito argina un buco nello scafo, per il secondo buco puoi usare un dito dell'altra mano. Ma il terzo buco, se non è in prossimità di un dito, farà affondare la nave... Se una volta anche per fare il Cirino Pomicino dovevi essere un fenomeno, oggi succede che un Antonio Razzi, se animato dalla giusta cattiveria, può diventare presidente degli USA. O dell'Argentina. Trump è un uomo miserevole ma è l'uomo più potente del pianeta, perché è quella poltrona a renderlo tale e non il contrario (almeno nel breve termine). Purtroppo per tutti”.
Stefano

“Rispondo a ‘ci sarà pure qualche staterello guidato da persona specchiata, geniale e con un prodigioso intuito per il futuro. Segnalatelo, per cortesia, sarebbe di grande conforto’. Per me è Barbados, guidato da Mia Mottley che è tra le persone a cui si pensa per il prossimo incarico di segretariə dell'ONU”.
Cristina

“Segnalo la presidente della Namibia e forse il presidente del Congo. Si stanno giustamente adoperando per buttare fuori chi li depreda. Viste le premesse, spero ci riescano”.
Cristina Arduini

domenica 4 maggio 2025

lunedì 28 aprile 2025

lunedì 21 aprile 2025

sabato 12 aprile 2025

Raccomandata con Ricevuta di Ritorno - Il Pittore Volante (2010)

Ultimamente riesco solo a postare gruppi italiani, non che sia necessariamente un male. Chi bazzica il prog anche un minimo sa che esiste un incredibilmente vasto sottobosco di gruppi italiani underground, che si vanno ad affiancare ai mostri sacri P.F.M., Banco e Le Orme. Avrete probabilmente sentito parlare dei Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, o Raccomandata Ricevuta Ritorno, o RRR, ensemble formatosi a Roma intorno al 1970. Il gruppo è rinomato per la sua miscela unica di rock sinfonico, jazz e influenze folk, che lo avvicina a band come King Crimson e Jethro Tull. La formazione originale annovera Luciano Regoli, proveniente da Il Ritratto di Dorian Gray, alla voce e alla chitarra acustica, Nanni Civitenga alla chitarra, Stefano Piermaroli alle tastiere, Damaso Grassi, proveniente dai Panna Fredda, a sax e flauto, Manlio Zacchia al basso e Francesco Francica, anch'egli dai Panna Fredda, alla batteria. Il loro debutto dal vivo avvenne al festival pop di Villa Pamphili, in seguito al quale divennero assidui frequentatori del circuito dei festival tra il 1972 e il 1973, fino allo scioglimento dovuto allo scarso interesse per il loro, fin li' unico, album.

Album, intitolato Per... un mondo di cristallo, che uscì nel 1972 e che racconta la storia di un astronauta che torna su una Terra desolata, fondendo rock progressivo con elementi jazz e folk. La band trascorse due anni in isolamento prima della pubblicazione, perfezionando i testi e la musica dell'album. Dopo essersi esibiti in importanti festival tra il 1972 e il 1973, pressioni interne, tra cui l'insistenza della casa discografica per partecipare al Festival di Sanremo, portarono allo scioglimento della band.​
I Raccomandata Ricevuta Ritorno hanno saputo inserire tematiche di fantascienza post-atomica nella vivace scena del progressive rock italiano degli anni '70, mescolando diversi stili musicali come hard rock, jazz, musica classica e influenze orientali. L'album si distingue per l'uso di flauto, sassofono, tastiere e chitarre, e racconta la storia di un astronauta che, tornato sulla Terra, si confronta con un mondo distrutto. Sebbene non raggiungano il livello di band più celebri come Osanna o Il Balletto di Bronzo, a cui chiaramente si ispirano, il loro lavoro è considerato un pezzo fondamentale per ogni collezione di musica progressive. Luciano Regoli cercava di portare un tocco teatrale alle sue performance, ispirandosi a artisti come Arthur Brown e, nonostante la breve carriera, il loro disco rimane un esempio significativo di concept album a tema fantascientifico, con testi scritti dalla poetessa Maria Comin che esplorano la devastazione di un mondo post-apocalittico. Il 1972 è stato un anno d'oro per il progressive rock italiano, con l'uscita di album iconici da parte di molte band; i RRR, pur essendo meno noti, hanno contribuito a questo panorama musicale innovativo. La loro musica, pur con alcune imperfezioni audio e testi che a volte non si allineano perfettamente con il concept, riesce a trasmettere un forte senso di scoramento e riflessione.
Probabilmente l'eccessiva conflittualità tra i musicisti non ha giovato, anche se nel 1972 partecipano al primo Festival di Villa Pamphili, al Festival Pop di Palermo, nonché al Piper di Roma, facendo anche da gruppo di supporto nei live italiani dei Gentle Giant. Queste prestazioni e le buone esibizioni dal vivo portano la Fonit Cetra a proporre ai RRR una partecipazione al Festival di Sanremo del 1973, ma a questo punto le divergenze tra chi cercava sonorità più rivolte al jazz e tra chi sperava in un maggiore approccio popolare esplodono e il progetto fallisce. L'eccessiva rivalità e i continui litigi tra i musicisti, probabilmente ancora troppo giovani e immaturi per gestire un'improvvisa notorietà, sono stati il vero problema dei RRR. Nonostante le difficoltà, il loro album di debutto continua a essere apprezzato come un'opera unica e significativa nel panorama musicale italiano.
A questo punto, nel 1974, Regoli e Civitenga formano la band Samadhi e Francica si unisce ai Procession, mentre gli altri non si sa che fine abbiano fatto, probabilmente si sono ritirati dalle scene. In seguito Civitenga suona anche con la band hard rock Crystals, che includeva membri del Banco del Mutuo Soccorso, degli Area e degli Alphataurus, mentre Regoli intraprende una fortunata carriera di pittore.
Nel 2010 la band si riunisce e pubblica Il Pittore Volante. Questo album vede la partecipazione di Regoli e Civitenga, affiancati da Roberto Gardin al basso, che si era unito al gruppo poco prima dello scioglimento nel 1974, e da Walter Martino alla batteria, che aveva suonato con Goblin, Libra e Il Ritratto di Dorian Gray. Inoltre vi e' anche il contributo di ospiti d'eccezione, quali Claudio Simonetti dai Goblin (il quale conosceva Regoli e gli altri essendo stato membro de Il Ritratto di Dorian Gray, band incubatrice di talenti a quanto pare), Lino Vairetti dagli Osanna, Nicola Di Staso dai Libra e Carl Verheyen dai Supertramp.​
Il loro terzo ed ultimo lavoro risale al 2019 con l'album In Rock, al quale partecipa anche John Macaluso come membro ufficiale, con solo tre tracce inedite, una cover di Mr. Crowley di Ozzy Osbourne, e vecchie canzoni remiscelate e rimodernizzate.
Per gli amanti del prog italiano, uno dei momenti più memorabili del 2010 è stato senza dubbio la reunion dei Raccomandata con Ricevuta di Ritorno. Il Pittore Volante è un album straordinario e sembra destinato a diventare uno dei miei preferiti. Pur richiamando i giorni d’oro dei RRR, l’album si mantiene attuale con una fusione eccezionale di prog sinfonico, heavy rock, blues, folk e jazz. Le performance sono di altissimo livello e la voce di Regoli è semplicemente perfetta. Si tratta di un'opera che nasce principalmente dall'estro di Luciano Regoli, il quale ha composto sia la musica che i testi. Questo lavoro è concepito come un concept album, ispirato a un libro con lo stesso titolo che Regoli ha scritto e pubblicato qualche anno prima in memoria del suo caro amico Iginio Gonni, un pittore scomparso nel 2003. La trama ruota attorno a un anziano pittore che, volando, osserva la sua vita dall'alto. Nel libretto dell'album, oltre ai testi, si possono trovare anche le illustrazioni di ogni brano, tutte realizzate dallo stesso Regoli. Per quanto riguarda la musica, il sound non si limita agli anni Settanta, ma incorpora anche influenze metal, negli anni novanta infatti Regoli ha fatto parte della band prog metal DGM.
Il brano di apertura, "Il Cambiamento", è un rocker dal grande ritmo che inizia con un groove alla Led Zeppelin, per poi esplodere con i ritmi di batteria di Walter Martino; esplora una metamorfosi spirituale, iniziando con un'atmosfera mistica che poi si trasforma in riff di chitarra e armonica incisivi. "Il Vecchio" ha un inizio più sobrio, con un pianoforte jazz e un violino che creano un’atmosfera malinconica. "Il Fuoco" è una ballata incantevole, arricchita da chitarra acustica e splendide armonie vocali femminili grazie a Cristina Cioni, creando un'atmosfera notturna e suggestiva, dove il fuoco diventa metafora delle paure di fronte a eventi naturali imminenti. "Eagle Mountain" inizia con una chitarra classica e si trasforma in una canzone rock, con un assolo di chitarra elettrica di Nanni Civitenga che è davvero da brividi. La traccia cambia direzione a metà, tornando a un’atmosfera malinconica con un altro assolo che ricorda David Gilmour. Continuando su questa scia, "La Mente" si distingue per un ottimo assolo di sassofono e, a differenza di "Eagle Mountain", accelera a metà brano con un potente accompagnamento di basso e batteria; presenta un'atmosfera cupa e nervosa, immergendo l'ascoltatore in una sorta di follia, con immagini inquietanti. "L’Uomo Nuovo" ha un’impronta più sinfonica, con un lavoro strumentale che include tastiere e flauto, evocando atmosfere alla Jethro Tull; brano ben strutturato, arrangiato da Claudio Simonetti, che evoca la paura che un uomo deve affrontare per raggiungere la conoscenza. Un aspetto notevole dell’album è la qualità delle melodie, sempre sublimi e di alto livello. "Le Anime" ha un’atmosfera blues, ma riserva alcune sorprese, con un ritmo lento e inquietante, che descrive un paesaggio notturno all'Isola d'Elba, dove il protagonista rivede ombre del passato. "Raoul" è un brano inaspettato, con un riff di chitarra che ricorda gli ZZ Top, e presenta un cambio di tempo con un altro eccellente lavoro di chitarra; traccia che combina sapientemente hard rock e progressive italiano. "La Spiaggia" chiude l’album con eleganza e misura, e' una breve e affascinante ballata che narra di un incontro su una spiaggia solitaria, con un mare minaccioso.
Molte band si riformano per motivi discutibili, ma poche riescono a fare un ritorno così trionfale come gli RRR, quindi non posso che raccomandare vivamente Il Pittore Volante. Questo album è un ascolto imprescindibile per i fan del rock progressivo italiano e lo consiglio a chiunque ami la musica di qualità.

lunedì 7 aprile 2025

domenica 30 marzo 2025

domenica 23 marzo 2025

domenica 16 marzo 2025

lunedì 10 marzo 2025

sabato 1 marzo 2025

domenica 23 febbraio 2025

lunedì 17 febbraio 2025

domenica 9 febbraio 2025

Old Rock City Orchestra - Back To Earth (2015)

Back To Earth è il secondo album degli Old Rock City Orchestra, gruppo di Orvieto autore di quattro album in totale con l'ultimo pubblicato nel 2023, fondato da Cinzia Catalucci e Raffaele Spanetta, rispettivamente tastiere e voce la prima e chitarra e voce il secondo, due quarti del gruppo che si completa con la sezione ritmica formata da Giacomo Cocchiara al basso e Mike Capriolo alla batteria.
Attivi dal 2009 hanno rilasciato il primo lavoro nel 2012, Once Upon A Time, che trovo' buoni riscontri su diversi magazine nel settore del prog rock e li ha portati in tour in diversi paesi d’Europa: dall’Inghilterra alla Francia, e poi Belgio, Olanda e Bulgaria; questo non fa altro che amalgamare ancora di più i componenti che con l’esperienza acquisita si chiudono in studio per comporre e registrare questo Back To Earth. Ma innanzitutto veniamo all’impatto visivo, quello del packaging, il disco si presenta con una copertina che sicuramente attira l'attenzione, con i suoi colori: il pavimento a scacchiera è un classico, un ambiente decadente dove l’uomo è costretto a muoversi come una pedina, una metafora che parte con l’individuo ed il suo viaggio nei meandri della mente, per lasciarsi alle spalle la scacchiera solo quando raggiunge il cancello dell’uscita, dove in alto domina la scritta "Back To Earth".

Questo nuovo lavoro è un viaggio introspettivo, al contempo reale e surreale, alla scoperta del proprio io originario e del Mondo-Natura del quale l’individuo è parte e non dominatore, e nel quale vive spesso inconsapevolmente. Tale viaggio è reso concreto dalla narrazione della storia di un personaggio senza nome il quale, dopo aver smarrito se stesso, intraprende un percorso volto alla riscoperta di sé e del mondo che lo circonda. In questo percorso il protagonista è idealmente una pedina costretta a muoversi passivamente su di una scacchiera, rappresentazione della gabbia desolante in cui vive. Col trascorrere del tempo (e dei brani) l’uomo vede crescere la propria consapevolezza, la propria forza interiore, riscoprendo il proprio io e il contatto col mondo esterno, sino a superare il "mondo a scacchi" e varcare il cancello che lo riporta verso la terra (Back to Earth), entrando in una sorta di limbo dal quale può vedere il suo pianeta ritrovato, la Terra, senza poterlo raggiungere. Da qui inizierà il suo nuovo viaggio.
Fortemente influenzati dal periodo settantiano, con numerosi spunti che vanno dall’hard rock alla psichedelia di fine anni sessanta e qualche accenno al blues, ci fanno compiere un passo indietro nel tempo, presi per mano dalla voce personale della cantante e da un sound che fa di tutto per piacere anche a chi non è proprio un fan accanito del genere. Lo stile complessivo attinge a quello che oggi viene chiamato classic rock, tutti i brani sono suonati con entusiasmo e vitalità, sono cosparsi di un tocco di psichedelia e melodia orecchiabile e potrebbero ricordare gruppi come Jefferson Airplane, Affinity o Circus 2000 senza suonare fuori moda. Vintage, ma con le idee ben chiare, il gruppo di Orvieto evita lunghe suite, ma soprattutto non si specchia nel tecnicismo fine a se stesso di molti gruppi di genere, puntando tutto sul feeling e confezionando piccoli gioielli di musica freak, dove la parte emozionale fatta di passaggi raffinati ha la sua importanza.
Album di poco inferiore ai quaranta minuti, Back To Earth si compone di dieci tracce che vanno al sodo: gli Old Rock City Orchestra sono eleganti nell’amalgamare rock, psichedelia e hard blues, regalando momenti sognanti ed ottimi cambi d’atmosfera, passando agevolmente tra i vari generi con padronanza del songwriting ed ottima personalità. La title track, posta in chiusura, è il brano più progressivo in senso stretto, trattandosi di una piccola suite dove partiture jazzate e rhythm and blues fanno da prologo ad una lunga parte atmosferica, cantata con pathos dalla raffinata voce della Catalucci. Il resto dell’album si sviluppa in modo originale e vario, tra psichedelia alla Bolan di fine anni sessanta, rock energico dal sapore zeppeliniano, rimandi ai Beatles più acidi di fine carriera e accenni al prog rock settantiano. Tra i brani di maggior spicco, l’opener When you pick an apple from the tree, dai ritmi doorsiani, l’hard rock spigoloso di Mr Shadow, e la divertente Lady Viper, oltre alla già citata title track, sono esempi della varietà di atmosfere di questo ottimo album, che tiene botta in tutta la sua durata.
L'opener When You Pick Up An Apple From The Tree, raffinata e carezzevole, è un bel pezzo dove la bella voce di Cinzia Catalucci ti porta in alto in un volo leggero attraverso un cielo stellato. Intanto, la oscillante chitarra di Spanetta e le disciplinate ritmiche di Cocchiara e Capriolo ci intrattengono coccolandoci con un morbido loop. E a metà brano il tocco bacaloviano dell’ospite Laurence Cocchiara al violino aggiunge ulteriore qualità alla composizione. È collegato alla successiva Feelin' Alive, dove l'atmosfera si fa più cupa e dove la musica e le parole descrivono una ragazza che ha perso la sua anima in una notte di pioggia e ora è sopraffatta dal dolore e dalla disperazione; brano che mostra il lato più audace della band con un tema vintage che potrebbe stare anche nella discografia degli Atomic Rooster o dei Black Widow, tanto per fare due nomi. Feelin’ Alive è il brano che riassume i vissuti dell’intero racconto, è il vero preambolo che descrive il ricordo del viaggio del protagonista, il percorso mentale che lo porterà alla riscoperta della vita. Lineare, pulita e senza fronzoli. È il dialogo voce-chitarra a tenere le redini del brano, mentre batteria e basso fungono da semplici accompagnatori, con la stessa Catalucci che interviene episodicamente con le sue tastiere. Le successive Rain On A Sunny Day e Mr. Shadow sono due tracce piene di energia oscura in cui la musica e i testi evocano ombre mortali che incombono all'orizzonte. Rain On A Sunny Day e' un breve brano molto intrigante. L’alternanza di segmenti magnetici e misteriosi con altri rapidi, acidi e pienamente sixties/seventies (un po’ alla Balletto di Bronzo di Sirio 2222) è una scelta vincente e convincente. Mr Shadow presenta una ritmica ed un riff tagliente e coinvolgente che si alternano a frangenti più soffici, capitanati dal suono caldo del basso di Giacomo. Continua la pista acida e retrò grazie al lungo virtuosismo di Raffaele Spanetta (forte l’assonanza col tocco di Bambi Fossati) e al clima che sa di Garybaldi con voce femminile graffiante e in simbiosi col collega. Porta alla dolceamara Melissa, una delicata canzone acustica ispirata all'attentato alla scuola di Brindisi del 2012, quando tre bombole di gas nascoste in un cassonetto della spazzatura sono esplose di fronte al liceo Morvillo Falcone, uccidendo Melissa Bassi, una ragazza di 16 anni, e ferendo altri cinque studenti. Canzone che ribadisce il clima di totale disorientamento e non-senso nel quale vive ormai il protagonista. Il canto struggente di Spanetta emerge tra il suo delicato arpeggio e i tappeti incorporei della Catalucci, struttura e pathos ricordano i brani più intensi di Beatles o New Trolls. A interrompere la poesia per qualche attimo ci pensa uno stacco rapido e spigoloso, un po’ alla Banco.

Canzoni brevi, dirette, senza inutili orpelli, per evidenziare le giuste melodie ed idee che si susseguono alacremente senza mai annoiare l’ascoltatore. Lady Viper è la donna vipera, perché in grado di avvelenare e stordire la moralità dell’essere umano. La canzone è incentrata sul rapporto tra il tentare e l’essere tentati. Cedere o meno alla tentazione? Rinunciare anche solo per un instante alla moralità o preservare l’assoluto rigore? E se fosse necessaria una  mediazione tra i due estremi? È proprio nel gioco diabolico della tentazione che forse risiede il segreto della stabilità dinamica. Ancora un tuffo a cavallo tra ’60 e ’70, le vispe ritmiche di Cocchiara e Capriolo supportano i gradevoli giochi di chitarra e tastiere e il doppio canto del duo Catalucci/Spanetta, dipingendo un quadro che si muove tra Procol Harum, The Who e The Velvet Underground. Porta alla suggestiva My Love, che descrive in musica e parole un bisogno irresistibile, l'impulso di unirsi a qualcuno. Questa ballad southern rock alla Lynyrd Skynyrd è affidata alla voce di Spanetta. Belle le prove di chitarra e piano (che si tiene nelle retrovie) i quali costruiscono un interessante ordito. Batteria e basso come sempre precisi. L’ultimo minuto si tinge di stimolante psichedelia. Tonight, Tomorrow And Forever parla della relatività del tempo e dei sentimenti e qui la musica e i testi ti invitano a cogliere l'attimo, liberando la mente e lasciandoti alle spalle paure e tristezza. Energica e ondeggiante col suo flusso sonoro compatto e articolato: quattro strumenti, un’unica strada hard. E sui suoni vintage di chitarra e tastiera, e i vibranti batteria e basso, si fa strada l’ispirata voce di Cinzia. Poi arriva la sognante e riflessiva Why Life che in qualche modo fonde speranza e rimpianto, sogni e consapevolezza dei limiti che la vita reale può tracciare intorno a te. Brano sognante ed avvolgente, giocato soprattutto sull’intenso intreccio vocale creato da Catalucci e Spanetta, su cui s’incastra alla perfezione l’arpeggio, vagamente alla Diaframma, sempre di Spanetta, le tastiere diluite della stessa Catalucci e le ritmiche sussurrate della coppia Cocchiara-Capriolo. La lunga traccia finale, Back To Earth, conclude l'album con un'atmosfera malinconica e una passeggiata eterea lungo il viale dei ricordi. La consapevolezza di una necessaria complementarietà tra passione e ragione per una buona riuscita del percorso e l’importanza del contesto naturale e sociale, il mondo circostante originario che da sempre ospita l’uomo e la sua esistenza, sono le due conquiste che trascinano fuori dall’oblio il protagonista del ritorno alla Terra. E così, abbandonato il suo status di alieno e riconquistato sé stesso, l’uomo senza tratti è pronto a far ritorno sul quel pianeta che rappresenta il mondo della vita. Dopo un breve avvio che odora di jazz-funk, ecco riemergere la vena acida e datata degli Old Rock City Orchestra, arricchita dal solo alla B.B.King di Spanetta. Il tutto è funzionale all’ingresso sulla scena della Catalucci e il suo doppio tocco (voce-tastiera): molto suggestivo questo lungo frammento in cui una voce alla Bjork incontra un tappeto dalle tinte space.
Nel complesso, un buon album in bianco e nero giocato sul filo della nostalgia ma con uno sguardo attento al presente. Ottimo lavoro non solo per gli amanti del prog rock, ma per tutti i rocker dal palato fino. Gli Old Rock City Orchestra arrivano volentieri dritti al punto evitando inutili orpelli, mixando sapientemente suoni e parole, creando paesaggi sonori che denotano una cultura musicale di tutto rispetto.