martedì 25 marzo 2008

le Orme - Collage (1971)


La scena progressiva italiana è incredibilmente ricca e fiorente, dagli anni 70 ad oggi sono nati innumerevoli gruppi, mentre quelli storici calcano ancora le scene: Orme, PFM e Banco sono ancora attivi e tutt'ora è possibile vederli dal vivo, come mi è capitato con PFM e Banco e spero capiti presto anche per le Orme. Questi ultimi sono coloro che mi hanno introdotto e mi hanno fatto innamorare del sound progressivo, il loro album Collage è il terzo della carriera ma è il primo prettamente prog, dopo gli esordi beat che accomunano più o meno tutti i gruppi nostrani di quel periodo. Le Orme sono della provincia di Venezia e formate da Aldo Tagliapietra, bassista, cantante e chitarrista, Toni Pagliuca, tastierista, e Michi Dei Rossi, batterista, tutti dotati di tecnica straordinaria e di un gusto melodico tipico dei gruppi italiani; magari la voce di Aldo ad alcuni potrebbe non piacere per l'eccessiva enfasi, ma secondo me è divina. Il sound Orme è inconfondibile e di una eleganza unica, presentando tipici elementi melodici della musica pop ed attitudine prog, è proprio questa comunione di pop melodico e fughe progressive che mi ha conquistato. In questo album, nello specifico, i brani sono strutturati come canzoni pop, quindi strofa e ritornello, ma arricchite da spunti strumentali che rimandano alla musica classica, sinfonica o psichedelica. La prima traccia Collage è uno strumentale gioioso e trionfale, che cresce via via che il brano incalza e mostra tutta la ricchezza sonora che le tastiere di Toni sono in grado di offrire; la seconda Era inverno, la mia preferita, è una ballad per voce e chitarra in tipico stile Tagliapietra, in cui quest'ultimo racconta della sua infatuazione per una prostituta; la terza traccia Cemento armato è uno dei pezzi più famosi del gruppo ed una protesta ecologista contro il progresso poco rispettoso verso la natura: pianoforte, voce al megafono, basso e batteria tessono una trama crescente e ricca di sovraincisioni che conquista al primo ascolto; a seguire Sguardo verso il cielo è la traccia più melodica, con intermezzi sinfonici ad interrompere la trama pop; Evasione totale è condotta interamente da Pagliuca su una ritmica ripetitiva: aperture spaziali a tratti jazz a tratti avanguardistiche; le ultime due traccie sono Immagini e Morte di un fiore, meno interessanti ma sempre rispettabilissime. Questo disco, insieme ad altri che presto recensirò, fa capire come lo scenario progressivo italiano sia secondo solo a quello inglese.

2 commenti:

Wick ha detto...

Non conosco molto bene Le Orme (anzi...), ma di certo *adoro* Felona: è una canzone divina.

bob ha detto...

allora potresti cominciare con lo scaricare questo album, tanto è molto orecchiabile, se poi ti piace ti dirò cos'altro scaricare