mercoledì 17 settembre 2008

Jethro Tull

I Jethro Tull sono un gruppo ormai classico della storia del rock, qualunque rockettaro che si rispetti si imbatte in loro, per la loro lunghissima discografia e per la loro capacità di spaziare fra diversi generi. I Jethro Tull hanno attraversato varie fasi musicali durante la loro carriera, fra queste c'è ovviamente la fase progressiva, giunta inizialmente per caso, per allinearsi con la musica in voga in quel periodo; in seguito è stata una scelta più consapevole, più pianificata, ed infine abbandonata. Leader indiscusso dei Tull e unico membro ad essere nel gruppo dall'inizio alla fine, che non è ancora arrivata, è uno scozzese di Edimburgo, Ian Anderson, genio eclettico, spontaneo, prolifico e completamente privo di preparazione classica, kitsch in certi frangenti. Nel 1967 a Londra incontra i suoi futuri compagni di squadra, Mick Abrahams, chitarrista innamorato del blues, Glen Cornick al basso e Clive Bunker alla batteria, mentre Ian canta, suona tastiere, chitarra e soprattutto il flauto, strumento che usa in maniera solista, ed è il primo ad avere questa idea. I quattro decidono di chiamarsi come l'inventore della mietitrebbia e incidono il primo album This was, ancora molto blues, ma con pezzi molto molto interessanti, che lasciano intravvedere la fluidità posseduta da Ian in fase di composizione, come dimostra la stupenda A song for Jeffrey. Il carisma di Anderson si scontra chiaramente con qualunque altra figura nel gruppo che abbia una forte personalità, nella fattispecie Mick Abrahams lascia a questo punto i Tull perchè non d'accordo con Ian sulla strada da intraprendere. Mick infatti è troppo intrippato col blues e va a fondare i Blodwyn Pig, gruppo discreto di cui consiglio l'ascolto di Ahead rings out. Ian invece sta cercando un nuovo sound e sostituisce il chitarrista con Martin Barre, persona molto mite e fedele che ancora oggi è al suo fianco, dopo aver scartato Toni Iommi che andrà nei Black Sabbath. Il nuovo album si intitola Stand Up e vede un'evoluzione dello stile verso sonorità folk e hard, senza perdere la matrice blues che accomuna i musicisti. Questo lavoro contiene le bellissime A Christmas song, Love story e la pacchiana Bouree, composizione di Bach rifatta in chiave folk-blues dal flauto di Anderson accompagnato solo dal basso e una leggera percussione, episodio più tamarro che altro, ma apprezzo l'inventiva e il coraggio del leader. Costui comincia a diventare famoso nei circuiti rock, sia per la passione, l'animosità che mostra sul palco, sia per certe prese di posizione controcorrente. Infatti in pieno periodo figli dei fiori egli biasima l'uso di droghe e non vuole nel suo gruppo gente che ne abusa, per questo la formazione subirà parecchi cambi. Non solo, è anche critico nei confronti della rivoluzione sessantottina in corso in quel momento storico e i suoi testi spesso esprimono con ironia queste idee. Nel 1970 Glen Cornick viene allontanato dal gruppo per le sue continue avventure con le groupies (che palle quell'Anderson) e al suo posto entra Jeffrey Hammond, inoltre viene ingaggiato un tastierista di ruolo, John Evan, che aveva già ruotato nell'orbita della band. Viene così realizzato Benefit, simile al precedente, non particolarmente interessante se rapportato alla prima fase del gruppo, la più prolifica ed originale. L'anno seguente è l'anno di grazia per i Tull: pubblicano Aqualung, album più famoso e probabilmente più bello, che li consacra a livello mondiale. Il suono qui diventa più aspro, più aggressivo, più hard, mentre il tema tratta di religione, è un involontario concept religioso. Involontario perché, per ammissione di Anderson stesso, non era stato pianificato così, ma alla fine tutte le canzoni parlano di religione, di cosa ne pensa il cantante della religione. Ovviamente la sua visione è molto dissacrante e si scaglia contro l'ipocrisia e il lusso del clero. L'album contiene la bellissima My god, oltre ad Aqualung e Locomotive breath, altri cavalli di battaglia. La band è ormai pronta per il primo tour mondiale ma deve rinunciare a Clive Bunker, che si sposa e preferisce rimanere a Londra. Al suo posto entra Barry Barlow e con questa nuova line-up viene realizzato Thick as a brick, prima opera volontariamente progressiva e concept. Infatti finora tracce di progressive erano riconoscibili, almeno da Stand up in poi, ma erano appunto solo tracce. Thick as a brick è invece una lunga suite che copre per intero le due facciate del vinile, il suono è ancora molto hard, però è evidente il tentativo di aderire alla moda progressiva vigente. Ascoltare una canzone lunga 40 minuti alla fine è abbastanza esasperante, quindi il mio consiglio è trovare una versione dal vivo, dove di solito la restringono in 20 minuti, molto meglio. La copertina dell'album è la prima pagina di un giornale che riporta notizie completamente inverosimili, mentre i testi sono sottilmente non-sense. L'obiettivo di Ian è infatti prendere in giro gli artisti progressivi realizzando un'opera essa stessa progressiva, e i testi sono semplicemente la trasposizione umoristica dei testi poetici ed astratti delle prog band. Del 1972 è A passion play, opera prog stavolta seria, ancora composta da un'unica traccia per tutto l'LP. Stavolta i risultati non sono dei migliori, è un album a tratti ascoltabile, a tratti piacevole, a tratti irritante, nel complesso mediocre. Anche il pubblico rimane deluso da questa svolta seriosa della creatura di Anderson. Da questo momento in poi la band abbandona il prog per tornare inizialmente al folk, poi ad un redditizio pop-rock, senza disprezzare spolverate di elettronica durante gli anni 80. La formazione subisce numerosi e continui cambi, ma la band è oggi ancora attiva, l'ultimo album pubblicato è del 2003 e porta il numero di album in studio a 23. Non ho avuto voglia di ascoltare tutta la loro sconfinata discografia, mi sono fermato sul finire degli anni '70, comunque i primi album fino a Thick as a brick sono parecchio belli, in ogni caso listo i brani che mi hanno particolarmente colpito. I Jethro Tull sono stati e sono tuttora uno dei gruppi principali dell'universo del rock, apprezzabili per coerenza, impegno ed ispirazione. Ho Aqualung in vinile originale e li ho visti a Bergamo nel 2009.

thick as a brick (live)
bungle in the jungle
my god
stormy monday blues
jack-a-lynn
wind up
jeffery goes to leicester square
wond'ring aloud
wond'ring again
to cry you a song
skating away on the thin ice
life is a long song
locomotive breath
aqualung
mother goose
crosseyed mary
teacher
living in the past
nothing is easy
bouree
a new day yesterday
a christmas song
beggar's farm
a song for jeffrey
sweet dream
part of the machine
love story
we used to know
look into the sun
back to the family
singing all day

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi sono persa il loro concerto a bologna per un pelo.....uff