giovedì 28 aprile 2011

Paralleli Americani

Anche se il caso Berlusconi è per certi aspetti unico (il massiccio conflitto di interessi; un primo ministro che – solo in questi mesi – subisce non uno, ma ben tre procedimenti giudiziari; per non parlare degli aspetti comico-grotteschi del personaggio), a un livello più profondo possiamo trovare somiglianze tra la destra italiana e quella americana. Provo ad elencarle.

1.) Tutte e due hanno degli importanti mezzi di comunicazione messi quasi completamente a servizio di un partito politico. Nel caso degli Stati Uniti sono Fox News e più in generale l’impero dei media di Rupert Murdoch. Un sostegno che arriva fino alla confusione dei ruoli, così descritta dal noto commentatore conservatore David Frum: “Per molto abbiamo pensato che la Fox lavorava per noi, ora scopriamo che noi repubblicani lavoriamo per la Fox”.

2.)Nel passato il giornalismo televisivo negli Stati Uniti aveva un forte senso di deontologia professionale. Prima di sostenere un argomento bisognava avere un certo supporto fattuale. C’erano squadre di ricercatori per controllare dati di fatto, avvocati che setacciavano i programmi più importanti, e un certo senso di orgoglio professionale tra i giornalisti nell’essere preparati. Le televisioni americane, ovviamente non prive di ideologia o di loro punti di vista, erano centriste e tendenzialmente filo-governative, ma non inventavano le notizie. Ora con l’avvento dei canali di notizie 24 ore su 24 è subentrato un giornalismo televisivo del tutto diverso, in cui non c’è più uno staff di giornalisti dietro la faccia sullo schermo, ma un conduttore che parla a ruota libera, improvvisando e spesso inventando i suoi fatti strada facendo. Se il vecchio giornalismo televisivo delle tre grandi reti televisive era basato sulla credibilità, quello nuovo è caratterizzato dalla provocazione ed è basato su una strategia volta a mantenere l’attenzione dello spettatore a tutti i costi pur di non fargli cambiare canale. Glenn Beck, il più popolare dei conduttori di Fox, sostiene ripetutamente che il presidente Obama vuole distruggere il capitalismo e la società americana, che il governo è occupato da cellule di terroristi camuffati, mentre Rush Limbaugh, il più popolare personaggio della radio americana, sostiene che l’unico modo per mantenere il liberalismo è con il fucile. Tutto ciò senza mai offrire una prova concreta, ma spesso spiegato con diagrammi scritti alla lavagna per creare l’apparenza di ricerca e serietà.

3.)Fino a 15-20 anni fa, il partito Repubblicano era pieno di persone serie. Si poteva essere in profondo disaccordo con le loro posizioni, ma erano comunque posizioni razionali basate su fatti empirici. Si poteva sostenere con qualche ragione che certi programmi sociali degli anni sessanta non avevano realizzato le loro promesse, si poteva sostenere che il livello di tassazione poteva deprimere investimenti o innovazione, che bisognava avere un atteggiamento più fermo nei confronti dell’Unione Sovietica – tutti punti discutibili ma razionali, e quindi si poteva avere un dibattito vero su fatti importanti. Quello che è avvenuto negli ultimi 15 anni è l’ascesa di una destra che fa appelli puramente emotivi e irrazionali. Come si può intraprendere un dibattito con persone che sostengono che il Presidente Obama è un musulmano che simpatizza con Al Qaeda o che la riforma sanitaria del Presidente completamente basata sulle assicurazioni private è il trionfo del socialismo? Solo l’altro giorno il senatore repubblicano Jon Kyl dell’Arizona ha giustificato il tentativo di eliminare tutti i fondi per Planned Parenthood, una ong che offre servizi sociali prevalentemente a donne povere, dicendo al Senato che ben oltre il 90% di quello che fa Planned Parenthood è eseguire aborti. La realtà è radicalmente diversa: solo il 3% delle attività di Planned Parenthood consiste nell’eseguire aborti, mentre la stragrande maggioranza dei suoi servizi riguarda contraccezione, prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, controlli volti alla prevenzione del cancro e altri servizi sanitari per le donne. E nessuno dei 363 milioni di dollari che il governo federale ha dato a Planned Parenthood va all’esecuzione di aborti, poiché una legge precedente lo impedisce. Colto in un errore così clamoroso, l’ufficio del Senatore Kyl ha sostenuto che il discorso non era inteso come discorso fattuale. Quindi le statitische non sono fatti?

4.) Una delle cose che l’Italia e gli Stati Uniti hanno in comune è la quasi completa “deregulation” della televisione. L’Italia vive nel Far West berlusconiano dove le uniche regole si applicano (molto selettivamente) al servizio pubblico e mai all’impero Mediaset. Gli Stati Uniti hanno abbandonato tutte le regole che hanno governato la televisione nei suoi primi trent’anni: la cosidetta Fairness Doctrine, il diritto alla replica, l’obbligo di mettere programmi per il bene pubblico. Garanzie eliminate negli anni ’80 con la “deregulation” reaganiana e la proliferazione di canali e la rivoluzione della televisione via cavo. In un mondo di 100 canali, non c’era bisogno – si pensava – di garantire il pluralismo informatico o mantenere equilibrio nel dare informazione.

5.)Così siamo finiti in un discutibile mondo post moderno (sia nei media che nella politica) dove i fatti non esistono e qualsiasi cosa inventata vale per distruggere l’avversario. Non è una mia opinione personale, ormai sono i ricercatori ha spiegare che fortissime percentuali di americani credono cose che sono facilmente dimostrabili come false. Solo alcuni esempi: che gli Stati Uniti hanno trovato armi di distruzioni di massa in Iraq, che l’invasione americana aveva l’appoggio della maggioranza dei paesi nel mondo, che Obama non è nato negli Stati Uniti e quindi occupa illegalmente il ruolo di Presidente, e così via. Lo studioso Farhad Manjoo ne parla nel suo libro “True Enough: learning to live in a post-fact society” (“Abbastanza vero, imparando a vivere in una società post-fattuale”). In un mondo digitale con un’infinita’ di fonti vere o false che siano ognuno cerca e riceve le notizie che vuole. Afferma Manjoo: “Negli ultimi anni sondaggisti e ricercatori hanno documentato uno spostamento fondamentale nel modo in cui gli americani considerano le notizie: non solo sosteniamo opinioni differenti, abbiamo fatti differenti. La crescente polarizzazione politica ha cominciato a distorcere le nostre percezioni di quello che è vero e quello che non lo è”.
Negli Stati Uniti è ormai quasi impossibile per una persona di destra e una persona di sinistra trovare terreno comune sufficiente per un dibattito civile. Esattamente come avviene in Italia, dove uno è convinto che Berlusconi è colpevole di tutto oppure che tutti i processi nei suoi confronti siano puramente frutto di un complotto delle toghe rosse. E quindi diventa quasi impossibile fare un’analisi seria, pesando il valore delle prove e analizzando fatti riconosciuti. Questa polarizzazione di intere fette della nostra società che vivono in universi informatici totalmente diversi rischia di risolversi in tragedia: spinge le tensioni sociali verso la violenza verbale, e a volte fisica, e mette in crisi le istituzioni che tradizionalmente servono come arbitri nelle contese sociali: tribunali, studi scientifici, e giornali autorevoli.


Alexander Stille, In un altro paese, laRepubblica.it, 27/04/2011

http://stille.blogautore.repubblica.it/2011/04/26/paralleli-americani/

2 commenti:

Miky ha detto...

articolo molto interessante.
come te la passi negli States?

bob ha detto...

alti e bassi, mi sto lentamente abituando alla loro maniera di vivere. sono molte le cose da dire, scrivero' un post prima o poi. per ora ti dico solo che qui si vive decisamente meglio, lo stato e' molto piu' presente e la gente piu' civile. di contro ti devi fare un culo come una capanna, non esistono imboscati o raccomandati e niente ti e' dato "for free". ciao.