venerdì 29 giugno 2012

La Coscienza di Zeno - La Coscienza di Zeno (2011)

La Coscienza di Zeno e' una band italiana dedita ad un riuscito prog moderno di stampo italiano. Negli utlimi anni si e' assistito alla nascita di gruppi che piuttosto che cercare di "modificare" il rock progressivo contaminandolo delle influenze piu' disparate, hanno cercato di recuperare quella tradizione e riprendere il discorso da dove e' stato interrotto, alla fine degli anni 70 insomma. Il Tempio delle Clessidre e' uno di quei gruppi, pero' purtroppo cade nei tipici eccessi di maniera e pecca di originalita', come puo' facilmente accadere in questi casi. La Coscienza di Zeno invece riesce a proporre ottima musica senza scadere nel "gia' sentito". La band si forma a Genova nel 2007 e nella lunga gestazione che ha portato all'attuale formazione autrice di questo meraviglioso album, si sono susseguiti musicisti poi entrati a far parte o provenienti da altri gruppi quali Narrow Pass, Il Tempio delle Clessidre, Finisterre e Malombra, ma momento chiave della loro carriera e' stata l'entrata in scena del tastierista Stefano Agnini dalla band new wave Vico dell'Amor Perfetto, il quale ha portato nuova ispirazione e testi complicati e raffinati. Le canzoni presenti in questo album sono infatti rivisitazioni di pezzi scritti da Stefano in passato e scartati dalla sua band di origine, che di prog ne capiva evidentemente poco. I testi sono ovviamente ispirati all'opera di Svevo e parlano delle contraddizioni insite nell'animo umano; l'album possiede quindi quell'appeal intellettuale senza per questo risultare pretenzioso o noioso, inoltre la maiuscola prova vocale del cantante Alessio Calandriello rende le liriche piu' digeribili, permeandole di passione e solennita'. Completano la line-up Gabriele Guidi Colombi al basso, Andrea Orlando alla batteria, Davide Serpico suona la chitarra e Andrea Lotti le tastiere e la chitarra. Nonostante la lunghezza media dei brani, le partiture complicate e le tipiche torsioni musicali, il lavoro non risulta affatto ostico e si fa apprezzare sin dai primi ascolti, senza risultare mai stancante o eccessivo. La prima band che viene in mente come paragone e' sicuramente il Banco, ma anche i Metamorfosi, vuoi per la presenza di due tastiere vuoi per l'impostazione sinfonica di base, pero' gli elementi di novita' sono numerosi, si nota lo sforzo di rimanere il piu' possibile fedeli alla forma canzone, e di ampliare il sound con escursioni nel folk, jazz e hard.
Lo strumentale Cronovisione apre il disco: intro classica con bei duetti tastiere-chitarra, siamo vicini agli Yes se si ascoltano le parti di chitarra, al Banco se si fa caso alla maestosita' e dinamicita' delle due tastiere. Dopo 2 minuti e mezzo si sente una voce narrante, subito incalzata da un indovinatissimo solo di tastiere, che evolve e varia fino alla fine della canzone. Gatto Lupesco e' un brano molto atmosferico, aperto dall'intensa ed espressiva voce di Alessio: piano e voce si occupano dell'incipit, spettacolare, e dopo un paio di minuti il ritmo cambia, le tastiere salgono, ed e' piu' prog-rock italiano che mai. La restante parte e' una jam tastiere-basso-batteria, drammatica e malinconica, che ci regala altri momenti di grande lirismo, prima del finale che riprende il cantato di apertura. Nei Cerchi del Legno e' la traccia piu' lunga con i suoi 13 minuti, e dalla struttura inusuale, essendo per lo piu' strumentale, con la voce che fa capolino solo nella parte finale, e giocando sull'alternanza fra momenti solari e trionfanti ed altri introspettivi e meditativi. Comincia con un assolo di chitarra, corposo e rockeggiante, per poi rallentare e cedere le redini al pianoforte, che nuovamente rende la traccia molto atmosferica. In seguito tastiere e chitarra dialogano portando avanti il pezzo strumentale e tingendolo di dark e jazz. Tutta la canzone e' caratterizzata da duetti fra chitarra e piano, il cantato comincia solo al 9 minuto. Il Fattore Precipitante e' forse la traccia meno originale, ma per fortuna si assiste ad un'altra apprezzabile prestazione del cantante, che di fatto salva la canzone. Il Basilisco cambia registro e si sposta sul prog folk, con numerosi momenti acustici. Una fisarmonica si occupa dell'intro, poi parte la voce la quale, accompagnata esclusivamente da accordi di chitarra acustica, descrive un motivo molto malinconico e dolce. La canzone si vivacizza un po' in seguito pur risultando una ballata acustica per voce e chitarra, con la fisarmonica sullo sfondo. Un altro pezzo molto riuscito. Lo splendido strumentale Un Insolito Baratto Alchemico e' ora teso e nervoso, ora tranquillo e riflessivo, ora solenne. Chitarra elettrica, a tratti metal, e flauto introducono il pezzo in maniera hard, in seguito le tastiere, sempre accompagnate dal flauto, subentrano e prendono il controllo, mantenendo l'atmosfera inquieta e viva, salvo poi cambiare timbro e lanciarsi in un solo di piano classicheggiante e decadente. Il finale e' ripreso dalla chitarra elettrica che conclude una canzone magnifica. Acustica Felina, la traccia finale, riprende gli umori sinfonici del brano di apertura, con momenti corali e uno splendido solo di chitarra nel finale. Le tastiere aprono il pezzo, poi la batteria sale, voce e chitarra si intromettono e il pezzo decolla. Un'alternanza di momenti piu' hard e veloci e di aperture ariose rende questo un altro gran bel brano, ma, ancora una volta, degna di nota e' la prova del cantante, che affronta la complessita' dei testi adattandosi ai temi, risultando quindi pacato e gentile in certi frangenti, profondo e minaccioso in altri. In conclusione, pur pagando ovvio tributo alla tradizione prog italiana, La Coscienza di Zeno e' un lavoro di qualita', elegante, meticoloso, complesso, impeccabile dal punto di vista della produzione, e soprattutto viene dal cuore.

1 commento:

Boy? ha detto...

Heilà. Scusa se non ci sentiamo da parecchio, ma il pc sta dando problemi.

Passa delle buone vacanze!

P.s. sei stato linkato nel mio blog.