sabato 13 aprile 2019

Sofferenza e vanto: sono juventino.

Essere juventino è diverso, essere juventino non è più importante di essere tifoso di un'altra squadra, è diverso, essere juventino è un atto di fede, una missione. L'essere tifoso di una squadra è un qualcosa difficile da spiegare a chi non lo è, per qualsiasi tifoso di qualsiasi squadra è un sentimento profondo, una passione, uno è tifoso di una squadra appena nasce e forse anche prima. Perché solitamente è una cosa che si tramanda, si cresce e senza saperlo si ha già una maglia addosso di un colore e un numero, che è ovviamente l'idolo del proprio padre. Non ci si spiega il perché, non ce lo chiediamo nemmeno, ma è così punto. Nel corso della nostra vita cambieremo tante cose, leggere e importanti, ma MAI la squadra del cuore, qualsiasi essa sia e qualsiasi cosa succeda, MA essere juventino è diverso. Sembra un'eresia, perché la Juventus è una squadra che solitamente dà più soddisfazioni che delusioni, che in Italia è la più vincente e in Europa è, comunque, tra le più importanti, eppure essere juventino è diverso, difficile e spesso frustrante.
In Italia, nonostante ci siano tante squadre, esistono in realtà solo due tifoserie, gli juventini e gli anti Juve. Spesso vengo insultato a prescindere, anche da chi non conosco, dai soliti leoni da tastiera che oggigiorno sono presenti nelle nostre vite. Quando parli con qualcuno non vieni nemmeno preso in considerazione, "tanto voi rubate e pagate gli arbitri", l'avrò sentita mille volte. Essere juventino significa dover guardare ogni partita e alla prima rimessa laterale invertita, già sai che quella vittoria sarà contestata. Essere juventino vuol dire che ti devi sempre difendere e mai azzardarti ad attaccare, perché diventi arrogante e presuntuoso. Essere juventino vuol dire che devi stare zitto, permettere a tutti gli altri di mettere in dubbio ogni vittoria, ogni trofeo. Essere juventino vuol dire che in certe zone d'Italia non puoi permetterti di girare con la maglia della tua squadra, rischieresti grosso. Essere juventino vuol dire che se la Juve subisce un torto arbitrale, devi sempre e comunque stare zitto, perché non è mai paragonabile ai favori avuti, e c'è sempre qualcuno che tira fuori Ronaldo o Turone, e mai il diluvio universale di Perugia, chissà perché. Essere juventino significa che hai visto i caroselli un strada e la gente festeggiare la tua retrocessione. Essere juventino significa che quando giochi in Champions non giochi solo contro la squadra avversaria, ma c'è mezza Italia pronta a festeggiare una tua sconfitta. Essere juventino vuol dire anche prendersi del mafioso, che ciò che hai vinto è lordo, che ogni partita c'è sempre una lente di ingrandimento che trova un qualcosa che non va, anche quando non c'è.
Essere juventino significa essere l'alibi perfetto per chiunque non vinca. A volte vorrei essere tifoso di una squadra tipo Genoa, Sassuolo, Empoli, non vincerai niente ma vivrai sereno e onesto per sempre, almeno nel parere collettivo, puoi parlare di calcio e puoi pure lamentarti di un arbitraggio, cosa impensabile per noi. Essere juventino è avere più cicatrici che gioie in Europa, è essere sbeffeggiato ad ogni eliminazione, o, meglio ancora, in una finale persa, manco l'avessero vinta loro. Essere juventino vuol dire trovare sempre qualcuno che ti ricorda calciopoli, anche se abbiamo pagato, e solo noi, poi siamo tornati più forti di prima. Ma... essere juventino è anche molto di più. È essere orgoglioso di avere visto con quella maglia molti dei più forti giocatori del mondo. Da Sivori, Boniperti e Charles, a Zoff, Scirea e Platini, da Buffon Del Piero Trezeguet, Cannavaro Thuram, Pirlo, Tevez, fino a Cristiano Ronaldo, e molti molti altri. È essere con orgoglio la prima squadra ad aver raggiunto la prima stella... poi la seconda e infine la terza. È aver visto Vialli alzarla a Roma, aver visto nascere e crescere il capitano Del Piero, fino a quella linguaccia irriverente che sapeva di rivincita. È esser stati ad un passo dal paradiso ed essersi svegliati all'inferno in quel 2006, ma all'inferno con il capitano e gli altri campioni del mondo, che ci sono scesi con noi per tornare in paradiso. Perché la Juve, solitamente, prima sceglie gli uomini e poi gli atleti, e in questo senso abbiamo avuto molte soddisfazioni. Siamo con orgoglio la squadra di una famiglia, da sempre, tifosa e ambiziosa, non abbiamo ceduto a sceicchi, arabi russi o cinesi. Stiamo scrivendo la storia con la conquista dell'ottavo scudetto consecutivo, roba da leggenda. Abbiamo vissuto serate indimenticabili contro Real Madrid, Barcellona, Manchester United. Abbiamo una mentalità che è uno stile di vita, non tutti possono indossare la nostra maglia. Siamo quelli che le finali le perdono, è vero, ma non piangiamo, non accusiamo nessuno delle nostre sconfitte, noi, ma con quel sogno dentro ci proviamo ogni anno, ogni anno ci siamo, noi, ogni anno gioiamo, piangiamo, facciamo gioire gli altri, ma non molliamo mai, noi! Quando mi sento amareggiato da tanta cattiveria, polemica, veleno, con la mente ritorno nella mia cameretta da bambino, dove avevo poster e ritagli di giornale, dove avevo una radiolina per ascoltare le partite, e con una pallina di spugna imitavo le azioni che sentivo dalle voci di Ciotti, Ameri ecc.. Sono juventino, è difficile, ma ne vado fiero.
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