mercoledì 1 maggio 2019

Dificil Equilibrio - Trayecto (2000)

Trayecto e' il terzo e probabilmente miglior album della band spagnola Dificil Equilibrio, dedita ad un heavy prog con forti influenze crimsoniane, direi soprattutto del periodo settantino. Si tratta di un power trio senza cantante che ben rende atmosfere scure, opprimenti, nervose; canzoni molto ritmiche e cangianti, sempre divertenti ed interessanti, che sanno catturare l'attenzione

dell'ascoltatore; il flusso musicale continuo e i numerosi cambi di tempo non danno un attimo di tregua, il lavoro scorre fluido e senza momenti di stanca. Le uniche informazioni che sono riuscito a reperire riguardo il gruppo dicono che sono originari della provincia di Barcellona, sono attivi dal 1995 (seppur esista un album datato 1988 che e' probabilmente una raccolta di canzoni dei tre musicisti prima che formassero la band) e si dividono cosi' la scena: Alberto Diaz alla chitarra, Enric Gisbert al basso e Luis Rodriguez alla batteria. Questo e' tutto cio' che so sul loro conto, a meno che non mi metta a leggere le interviste in spagnolo, cosa che potrei pur fare ma non nutro tutto questo interesse nei loro confronti. Mi basta appurare che quello in questione e' un gran album e merita sicuramente di far parte di ogni collezione che si rispetti; l'energia che i tre mettono nella loro produzione musicale e' sicuramente il marchio di fabbrica del gruppo, il quale altrimenti risulterebbe semplicemente come un clone dei King Crimson, inoltre gli spunti doom uniti a quelli jazz, le distorsioni e l'industrial sono si' elementi che troviamo nella band inglese, ma i nostri amici spagnoli ne fanno un uso piu' largo e meglio sviluppato.
In generale, il suono complessivo della band e' innegabilmente sofisticato, con un tocco raffinato di rumorismo e minimalismo: non sembra di ascoltare un power trio, la musica dei Dificil Equilibrio funziona piu' come un insieme coeso in cui ogni singolo membro si mette a disposizione e lavora a beneficio degli altri due. Il breve apripista Compulsión si basa su una serie accattivante di progressioni di accordi ad alta velocita', a cui fa seguito il misterioso ed inquietante Mudan Las Palabras, che vede il gruppo spagnolo addentrarsi nell'esplorazione dei territori fusion del contesto Crimsoniano, e merita una menzione speciale l'intelligente uso dello spazio vuoto da parte del bassista ed il breve assolo di chitarra incluso nell'intermezzo. I brani seguenti seguono quasi tutti lo stesso schema: ci sono momenti in cui sembrano consapevolmente flirtare con la pericolosita' dello strappo e del brusco cambio di tempo (come in Hostilidad Simétrica ​​e nel La Lógica del Vampiro), ed altri in cui si lasciano andare a melodie piu' costanti e regolari. Trayecto IV e la successiva Trayecto compongono un pezzo jazzistico a due sezioni che vede la band concentrarsi ed insistere su espansioni di motivi semplici alla base ma aperti a innumerevoli evoluzioni e variazioni: l'interazione fra i musicisti e' precisa e fluida, ma nonostante l'impressione di trovarsi di fronte ad un album freddo e calcolatamente tecnico, in realta' si tratta di un vero lavoro di introspezione tradotto in termini musicali, iniziando nella prospettiva di una languida contemplazione e poi trasformandosi in un atteggiamento moderatamente esultante (ovviamente queste sono le impressioni che ha dato a me personalmente, ricordo che si tratta di un lavoro interamente strumentale). I frangenti piu' hard sono condensati nelle ultime tre tracce: Vigilia e Retrofremovium #01 sono due escursioni che ricordano il lato piu' decostruttivo degli Henry Cow; la traccia di chiusura Self Portrait mostra un potente motivo hard rock prima di proporre due minuti di silenzio seguiti da un assolo di chitarra che chiude quindi l'album.
Tecnicamente una lavoro impeccabile, la musica e' per lo piu' incentrata sul complesso lavoro chitarristico di Alberto Diaz e sulla sezione ritmica adiacente, condita da numerosi effetti sonori e distorsioni, e descrive un complicato hard prog strumentale con un po' di spazio per rumori di traffico automobilistico, jam semi improvvisate, pesanti dissonanze e ritmiche che presentano infiniti cambi. Forse manca un po' di diversita' strumentale, ma la dinamica e l'energia sono di prima classe.

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