mercoledì 18 giugno 2008

Angra - Angels cry (1993)

Il mondo metallaro è pieno di band che richiamano nella loro musica elementi progressivi, soprattutto gruppi power o speed, a volte anche heavy. I già citati Dream Theater sono fra i gruppi che meglio hanno saputo combinare i due stili, ma il loro approccio consiste nel basarsi su partiture progressive da eseguire in maniera pesante, hard, come i canoni metal dettano. Gli Angra invece hanno una base power, speed talvolta, con inserimenti di orchestrazioni e tastiere care agli stilemi progressivi, un sound più solare, a differenza di molte metal band, e con l'aggiunta di suoni tipicamente sudamericani, soprattutto dal secondo album in poi. Infatti questa band è di Sao Paulo, in Brasile, e sono considerati la migliore band sudamericana degli ultimi dieci anni. Fondata dal cantante e tastierista Andre Matos nel 1992, stupì il mondo musicale con l'EP Reaching Horizons in cui mostrava immediatamente tutte le sue potenzialità, ovvero: un cantante coi controcazzi, in grado di raggiungere vette incredibilmente alte, due chitarristi altrettanto bravi, che spesso si lasciano andare in assoli mozzafiato, orchestrazioni sinfoniche, percussioni tribali, e molte tastiere. Il seguente album Angels cry li consacra nell'olimpo delle grandi band del rock e li rende famosi anche all'estero. Oltre ad Andre Matos fanno parte del gruppo Luis Mariutti al basso, Ricardo Confessori alla batterria e percussioni, Kiko Loureiro ad una chitarra e Rafael Bittencourt all'altra chitarra. Il disco si apre con Unfinished allegro, intro strumentale per sola orchestra che definisce un motivo classico molto carino, per poi esplodere con Carry on, uno dei cavalli di battaglia del gruppo, il pezzo probabilmente più heavy, più veloce, più potente. Un riff di chitarra molto speed delinea la melodia, mentre la voce altissima e pulita di Andre fa il resto, un capolavoro metal. Si prosegue con Time, altro bel pezzo, stavolta in forma di ballad, o meglio power ballad, poichè la chitarra classica dopo un pò diventa elettrica, mentre il basso in sottofondo sostiene il sound e la solita voce, prima dolcissima poi roboante, arricchisce quest'altro fantastico pezzo. Il brano seguente è la title track, condotta dalle due chitarre che partono piano per poi crescere via via, mentre le orchestrazioni riprodotte dalle tastiere si insinuano lentamente a riproporre la linea melodica iniziale. Un assolazzo di chitarra nella parte centrale rende questo brano intenso e drammatico, con Andre ancora in grande spolvero. Stand away registra una maiuscola prestazione del cantante, il quale butta fuori degli acuti pazzeschi e imprime tutta la canzone di una passione tipicamente latina. La traccia parte ancora con la chitarra acustica che si elettrifica e ci regala un altro assolo da capogiro nella parte centrale. In seguito vi è Never understand, uno dei pezzi più prog della produzione Angra, in cui oltre alle schitarrate e ai vocalizzi ultraterreni vi compaiono per la prima volta percussioni folk brasiliane, il tutto arricchito con cambi di tempo e sperimentazioni varie. Si giunge così a Wuthering heights, cover di un brano di Keith Bush, con Andre che arriva molto più in alto della cantante e più in alto di qualunque cantante metal. Semplicemente divino. Streets of tomorrow è veloce, potente e aggressiva, con un ritornello molto orecchiabile ed un grande assolo di Kiko. Il pezzo seguente, Evil warning, è diretto dalla batteria con doppio pedale accompagnata dalle chitarre disegnando una melodia accattivante. Infine questo splendido album si chiude con Lasting child, il brano più lento e dolce del disco, ma non meno maestoso, ancora trascinato dalla batteria e con le chitarre in background, mentre Andre canticchia allegramente accompagnato dagli altri componenti del gruppo. In conclusione come esordio per una band non ci si può aspettare di meglio, si avverte l'enorme caratura tecnica dei musicisti, tutti provenienti dal conservatorio, e si percepisce tutto il calore da loro trasmesso. Gli Angra sono fra i pochi, a parer mio, a saper equilibrare in maniera quasi perfetta grazia e potenza, armonia e velocità, tecnica ed aggressività. Inoltre arricchiscono ogni pezzo con una passione che i gruppi anglosassoni non hanno, senza perdere in armonia e qualità. Degli Angra recensirò anche Holy Land, ma consiglio di ascoltare anche l'EP che li ha resi celebri, cioè Reaching horizons, un altro EP di remix ed un paio di inediti, cioè Freedom call, e un live del 1997 intitolato Holy live, il loro concerto più famoso e sicuramente il più bello.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A livello di musicalità non ho mai sentito un gruppo eccellente come gli Angra (di matos)...solo gli Uriah sono melodici quasi come loro poi non dimentichiamo che c'è molta qualità come dimostrato dallo stesso andrè e dall'ottimo kiko che ultimamente ha anche pubblicato un disco da solista veramente bello!!! Una fusione di generi e un mixaggio eccellente compone ogni singola opera di questo cd e rende il sound della bang carioca davvero unico al mondo!!! Consiglio vivamente a tutti gli amanti della musica da gigi d'agostino a johann Sebastian Bach di ascoltare questo capolavoro!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

...forse anche un po' troppe tastiere....