lunedì 23 giugno 2008

Time Machine - Eternity ends (1998)

I Time Machine sono il gruppo prog/metal italiano più bravo, famoso ed innovativo. La loro discografia comprende quattro album in studio ed una buona quantità di demo, ma il capolavoro è sicuramente Eternity ends del 1998, uscito dopo il bellissimo esordio Act II: Galileo e migliorandone lo stile. Il sound è in bilico fra progressive metal e progressive rock, proponendo composizioni più mature e anche più accessibili, magari alleggerendo alcuni suoni troppo pesanti, rimanendo sempre dark, ma senza perdere in intensità. Ne risulta un album molto dinamico, con atmosfere e suoni che variano continuamente, ma che alla fine risulta continuo e coeso. Quindi è sì un prog/metal, ma molto melodico e con alcuni passaggi che ricordano un certo metal sudamericano, con chitarre acustiche, percussioni e sax. A ciò si aggiungono passaggi più aggressivi e chitarre elettriche potenti, come metal detta. Inoltre il basso è spesso ben udibile, come piace a me, la batteria a doppio pedale, la voce convince e le tastiere amalgamano il tutto. La band ha spesso cambiato line up intorno al fondatore Lorenzo Dehò e risulta composta da: Joe Taccone, uno dei migliori chitarristi del nostro panorama, sembra veramente in grado di compiere qualunque tipo di evoluzione con la sei corde; il bassista già menzionato Lorenzo Dehò, con una tecnica molto curiosa che gli permette di slegarsi spesso dal sound del pezzo per lasciarsi andare ai propri virtuosismi; Nick Rossetti alla batteria, molto progressive nello stile; Stefano Della Giustina a tastiere e sax, con le prime che spesso fanno da sottofondo per delineare meglio le atmosfere dark ed il secondo usato come strumento solista, ad arricchire la melodia; Nick Fortarezza è il cantante, il quale non è sicuramente un mostro in tecnica e dizione, infatti dal suo cantato in inglese è evidente palesemente la sua origine italica, inoltre negli acuti non riesce a raggiungere vette spropositate, ma questi difetti non infastidiscono, anzi ne definiscono lo stile. A mio parere non è un cantante malvagio. Il tema del lavoro è un concept su Gesù, sul Gesù uomo che in punto di morte si rende conto di aver sacrificato la sua vita per redimere i peccati degli uomini, ma che questi non apprezzeranno mai il suo gesto nè tantomeno ne trarranno insegnamenti. In pratica Gesù si rende conto in punto di morte di aver miseramente fallito. Se vogliamo è blasfemo, ma chi l'ha detto che non sia andata veramente così? Cioè che il sacrificio di Gesù sia stato inutile è lapalissiano, ma magari Gesù stesso se n'è reso conto, seppur in punto di morte. Traccie molto belle sono I believe again, I the subversive nazarene, Hidden pain e Behind the cross. In conclusione un bel disco, il migliore della produzione italiana per quanto riguarda il prog/metal, inoltre vorrei segnalare che il cantante degli Angra Andre Matos ha supervisionato la produzione dell'album, ha sempre voluto i Time Machine come gruppo spalla e ha eseguito la cover di I believe again con il suo gruppo.

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