giovedì 12 giugno 2008

New Trolls - UT (1972)

I New Trolls sono una delle band italiane più famose e di maggior successo; nella loro lunga carriera hanno avuto una fase progressiva abbastanza casuale ma che ha dato ottimi risultati. Il gruppo nasce nel '66 a Genova ed ha origni abbastanza curiose, quasi mitologiche: era stata redatta una classifica dei più bravi musicisti genovesi e alcuni di questi militavano in un gruppo chiamato Trolls; questi ragazzi decisero di incontrare gli altri musicisti segnalati dall'articolo e chiedere loro se volevano unirsi ai Trolls. Così nascono i New Trolls, sorta di supergruppo genovese. Il loro sound parte ovviamente dal beat ma abbraccia sonorità tipicamente americane, come la psichedelia alla Hendrix o l'hard alla Vanilla Fudge. La svolta si ha dall'incontro con il compositore Luis Bacalov, il quale propone loro di musicare una sua composizione destinata a fare da colonna sonora di un film. Il progetto film va a monte, ma ciò che ne esce fuori è uno degli album progressive italiani più apprezzati nel mondo, ovvero Concerto Grosso n.1 del 1971. Nello specifico la seconda facciata è composta unicamente da improvvisazioni dei musicisti, ed è semplicemente stupenda. Le due anime dei New Trolls sono Nico Di Palo, cantante e chitarrista, orientato verso l'hard rock, da molti considerato il Jimi Hendrix italiano, soprattutto per le sue performance dal vivo in cui suona la chitarra coi denti o dietro la schiena, e Vittorio De Scalzi, anch'egli cantante e chitarrista, più melodico, più morbido, più pop. Finchè queste due tendenze sono convissute pacificamente e collaborativamente la band ha funzionato, ma dall'album che sto per recensire la corda si spezza e il gruppo si scioglie, scatenando battaglie legali per l'usufrutto del nome. Ci saranno varie e varie reunion, ma i risultati raggiunti in questi anni saranno sempre lontanissimi, anche perchè le sonorità tornano ad un beat pop di facile consumo. Nel 1972 il gruppo è formato dai già citati chitarristi, Frank Laugelli al basso, Maurizio Salvi alle tastiere e Gianni Belleno alla batteria e alla voce. Tralasciando il Concerto Grosso che apprezzo molto ma risulta comunque essere composto da un altro musicista, l'album UT è secondo me il migliore dei New Trolls, quello che meglio racchiude il loro sound e mostra le due anime del gruppo. Si comincia con un pezzo per solo pianoforte, Studio, classicheggiante ed incalzante, perfetto come intro, che si incastona perfettamente con il successivo, Strada XXII, ancora strumentale ma col supporto di tutti gli altri strumenti, molto fusion. Poi comincia uno dei più bei pezzi dei Trolls e del prog italiano: I cavalieri del lago dell'Ontario racchiude tutte le caratteristiche della loro musica: si passa dalla classica al jazz all'hard, tastiera e chitarre si intersecano, le atmosfere sono ora tenebrose e malinconiche ora leggere ed allegre. Nico Di Palo mostra tutta la sua straordinaria bravura, il paragone con Hendrix non è campato in aria. Si prosegue con Storia di una foglia, che riporta le sonorità ad un livello più umano, è infatti una canzone pop con un vago sapore jazz. In seguito vi è Nato adesso, sostenuto da una solida base ritmica su cui le due chitarre si contendono gli assoli, si sente qualcosa dei Genesis nella costruzione della traccia, piuttosto libera, e nel ritmo ipnotico. Il brano successivo è C'è troppa guerra, il mio preferito dei Trolls: uno dei brani più pesanti del prog in generale, è infatti trascinato da un riffone di chitarra che più hard non si può, molto vicino a certe cose dei Led Zeppelin o dei Black Sabbath, si alterna con movimenti più pacati e calmi, per poi esplodere nuovamente in tutta la sua potenza, tutto ciò per 10 indimenticabili minuti. L'atmosfera torna soft con la canzone Paolo e Francesca, altro episodio pop abbastanza gradevole. L'album si chiude con Chi mi può capire, sostenuto da voce ed organo in primis, per chiudere l'album con una nota malinconica. E' proprio questa alternanza di umori a rendere, a parer mio, questo album molto riuscito e molto bello, è un pò l'opera tipica del prog italiano, l'album da passare a chi ha appena deciso di avvicinarsi al prog nostrano.

Nessun commento: