mercoledì 2 luglio 2008

Camel

I Camel sono uno di quei gruppi di cui è impossibile segnalare un album migliore, cioè magari si potrebbe dire il preferito secondo il proprio gusto personale, ma l'intera discografia non presenta alti o bassi. Sicuramente la prima parte di carriera è quella più importante e quella che dà i frutti migliori, anche perchè la prima formazione è composta da quattro musicisti giovani, con voglia di sfondare e molto uniti fra loro. Questi quattro musicisti sono Peter Bardens, grandissimo tastierista e cantante proveniente dai Them di Van Morrison, deceduto nel 2002, Andy Latimer, chitarrista, cantante e flautista, dallo stile unico chiamato "crying guitar", Doug Ferguson al basso ed Andy Ward alla batteria. In seguito rimarrà solo Latimer alla guida del gruppo mentre gli altri tre o quattro membri a seconda dei casi ruoteranno in pratica quasi ogni anno. Comunque la produzione arriva fino ai giorni nostri e spesso si tratta di album molto gradevoli. Bisogna dire che i Camel sono giunti sulle scene in leggero ritardo, infatti il primo omonimo album è datato 1973, ed è per quresto motivo, probabilmente, che non hanno ricevuto il riconoscimento che meritavano: ben altri gruppi erano alla ribalta in quegli anni, e superare picchi di creatività che davano King Crimson, Genesis, ELP, Yes, per non citarne altri, era impresa praticamente impossibile. Comunque hanno anche loro il loro stuolo di fan, e al giorno d'oggi sono considerati uno dei migliori gruppi prog di sempre. I Camel sono la malinconia in musica, sono la tristezza musicata. Spesso accostati al Canterbury Sound (seppur londinesi) per l'attenzione rivolta alla melodia ed al romanticismo, riescono ad elaborare un proprio stile, a parer mio, emozionantissimo. Le canzoni dei Camel sono spesso brevi ballate dolcissime, che evocano sentimenti come nostalgia, tristezza, malinconia, solitudine, ma anche calma e serenità. Il punto di forza è l'intesa praticamente perfetta fra Bardens e Latimer, che si scambiano la conduzione della melodia e spesso sono protagonisti di intrecci chitarra-tastiere indovinatissimi, e l'altrettanto perfetta intesa fra Ferguson e Ward nel dettare il ritmo. Per questo quando rimarrà solo Latimer a reggere la baracca il sound ne risentirà. Quindi, dicevo, grandissima attenzione alla parte strumentale, infatti gli innesti vocali sono rari e semplici, affidati ora a Peter ora ad Andy, dalle voci abbastanza simili e molto calde. Il primo album Camel non è ancora maturo, le canzoni non hanno quell'armonia perfetta, quella pulizia sonora che in seguito emergerà, ma è comunque piacevole, con cambi di ritmo e assoli individuali. Come per gli Uriah Heep, alla fine del post listo le canzoni che secondo me sono assolutamente da ascoltare. Da Camel estraggo Never let go, struggente. Il secondo album si intitola Mirage e presenta la figura di un pacchetto di Camel in copertina e per questo ha scatenato una battaglia legale ai tempi. L'affiatamento della band migliora e finalmente possiamo sentire il tipico suono Camel, mai tenebroso o nervoso o minaccioso, sempre quieto, luminoso, fiabesco, seppur malinconico. Freefall è forse l'unica loro canzone un po' più aggressiva, più rockeggiante e veloce. Mentre Lady Fantasy è un capolavoro: Andy e Peter si scambiano la conduzione continuamente sfoggiando grandi virtuosismi, si cambia ritmo ogni minuto passando da schitarrate rock ad atmosfere morbide, si ode finalmente la vera chitarra piangente di Latimer, tutto in una amalgama strumentale perfetta. Si arriva così al concept e quello ritenuto dalla critica (ma non da me) il migliore del gruppo: The snow goose, ispirato ad una racconto di Paul Gallico su un'oca delle nevi (???) ed un guardiano di un faro. Il lavoro è interamente strumentale e molto molto bello, ma le mie preferite sono Rhayader, introdotta da un assolo di flauto semplicemente celestiale, etereo, che poi evolve in un pezzo melodico sostenuto dal piano e da una vigorosa linea di basso, e Rhayader goes to town, con un assolo di chitarra spettacolare. Il gruppo continua a sfornare album e si arriva a Moonmadness, che non presenta cali di ispirazione. Song within a song è ancora introdotta dal flauto, poi le tastiere irrompono prepotentemente fino ad un finale teso e impetuoso. Altri pezzi notevoli sono Air born, la più rilassata e triste dell'album, e Lunar sea, con un lungo assolo tastieristico a tratti spaziale. Infine si arriva al 1977 e all'ultimo lavoro dei Camel con Peter Bardens: va via Doug Ferguson e arriva Richard Sinclair, bassista dei Caravan e degli Hatfield & the North, che, oltre al proprio strumento, offre anche la voce, munendo così la band di un cantante di ruolo, inoltre entra nel gruppo il sassofonista Mel Collins, già in Red dei King Crimson. L'album si mantiene su livelli decisamente dignitosi, con qualche traccia da segnalare che riporterò in basso. Da questo momento in poi il resto della discografia è trascurabile, ma di buon livello. Che dire, i Camel rappresentano uno dei lati più romantici del prog, perchè romanticismo è culto del sentimento, un animo romantico si nutre di passioni, vive di emozioni, e la malinconia è un'emozione forte, a volte può essere piacevole abbandonarsi alla tristezza. Basta non farlo troppo spesso.
never let go
freefall
lady fantasy
rhayader
rhayader goes to town
song within a song
air born
lunar sea
unevensong
tell me
elke
skylines

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo la tua recensione colgo la tua ammirazione per questo incredibile gruppo ma, permettimi, non concordo con alcune tue affermazioni:
una nello specifico: l'evoluzione del sound dei Camel... Andy Latimer, pur tra mille difficoltà, riesce negli anni a condurre la sua band verso sonorità straordinarie. Rajaz o Harbour Of Tears, A Nod and a Wink o Dust and Dreams sono, in ordine sparso, gli ultimi 4 dischi prodotti. Beh, son tutti lavori di alto valore, accomunati da melodie ricercatamente emotive e atmosfere puramente evocative, come negli LP che tu hai citato.
Latimer ha ed ha avuto grandi compagni di strada che, assecondando la sua struggente creatività e l'enorme talento compositivo e strumentale, han portano il progressive rock a livelli artistici estremi.
Hai anche tu confermato l'alto valore qualitativo dei loro album, con pezzi entrati nella storia del Rock; in pochi gruppi si è vista una coerenza musicale così coerente e perdurante.
Andy in questi mesi sta lottando contro un male incurabile.
Stava lavorando ad un nuovo album, malgrado la mancanza di forze.
Bhe, son sicuro che molti, insieme a me, augurano al grande Latimer di uscire dal tunnel e poterci donare, ancora una volta, una perla piena di dolcezza.

bob ha detto...

hai ragione, tutti gli album dei Camel sono belli. Harbour of tears e Dust and dreams li ho comprati originali e mi piacciono, ma se paragonati ai primi album, permettimi, non reggono tanto il paragone. ciò non toglie che siano album stupendi. non sapevo che Andy stesse male, spero ce la faccia, devo tenermi informato. grazie per il commento, fa sempre piacere.