mercoledì 6 febbraio 2008

Emerson, Lake & Palmer - Emerson, Lake & Palmer (1970)


Emerson Lake & Palmer: o li ami o li odi, non esistono vie di mezzo. Il loro è un prog pomposo, appariscente, spettacolare, magnifico ai miei occhi, eccessivo agli occhi di altri. Le canzoni sono di immediata derivazione classica, Keith Emerson è un mago in ciò, quindi il sound è un prog sinfonico incentrato, ovviamente, sulle tastiere. Keith Emerson, già leader dei Nice, fra i primi insieme a Procol Harum e Moody Blues a proporre una rivisitazione in chiave rock della musica classica, nel 1970 organizza un super gruppo con Greg Lake, bassista e vocalist de King Crimson, e Carl Palmer, drummer degli Atomic Rooster, chiamato Emerson Lake & Palmer, a dimostrazione dello spiccato egocentrismo dei tre. Il primo album, che ora vado a recensire, è un capolavoro poichè la musica è ancora un equilibrato mix tastiere-basso-batteria; col passare del tempo Emerson assumerà sempre più il comando del gruppo, che diventerà una macchina commerciale, e quindi il suono si sposta interamente sulle tastiere. Ho ascoltato tutta la loro discografia e album come Tarkus, Trilogy o Brain Salad Surgery non sono affatto male, anzi, ma ce ne sono altri, come Love Beach, completamente da evitare, quindi se non li avete mai ascoltati e dopo l'ascolto del primo album non vi sono piaciuti, vi consiglio di fermarvi qui, altrimenti ascoltate anche tutto il resto. L'album si apre con quello che è a mio parere il miglior pezzo degli ELP: The Barbarian, pezzo breve e al fulmicotone: Keith va a duecento, degnamente supportato da Lake, mentre Palmer dimostra tutta la sua (insospettabile fin ora) classe nella parte finale quando chiude il pezzo accelerando in una maniera inaudita. La seconda traccia, Take a pebble, è il pezzo più lungo dell'album, e qui duettano alla grande Keith e Greg: dopo un'introduzione piano e voce il filo conduttore passa al bassista che ora imbraccia la chitarra acustica, dopodichè le tastiere ritornano a condurre per il finale che richiama il tema di apertura. Bellissimo. La terza traccia, Knife-Edge, è condotta interamente da Keith più la calda voce di Greg: allegra, veloce e incredibilmente semplice, fantastica. La traccia successiva, The three fates, è una breve suite condotta ancora da Keith, ma supportato alla grande dai due compagni: divisa in tre parti, ciascuna intitolata ad una delle tre parche, o moire, esecutrici del fato nella mitologia greca, cioè Clotho, Lachesis e Atropos. La quinta traccia, Tank, è una canzone ben strutturata divisa nella conduzione fra il solito Emerson e, stavolta, Carl Palmer, autore di un pregevole assolo nella parte centrale. Infine, Lucky man è una ballata firmata Greg Lake e quindi composta da voce, chitarra acustica e batteria, eccetto l'invadenza di Keith nella parte finale. In conclusione è un album da ascoltare sicuramente per chiunque sia appassionato di progressive; a qualcuno non piace un sound troppo incentrato sulle tastiere, ma l'abilità di Emerson è magistrale, e nel 1970 era ancora con i piedi per terra.

8 commenti:

Wick ha detto...

Voilà, primo commento!
Era facilmente intuibile che avresti iniziato dagli Emerson, Lake & Palmer: ottima scelta per dare un taglio snobbone ed elitario al blog :P

In ogni caso, buona fortuna, spero di leggerti assiduamente! :D

Anonimo ha detto...

A me piacciono ancora gli E,L&P degli inizi che secondo me sotto alcuni aspetti sono insuperabili..
cmq qst album è un capolavoro
ciao fratello

bob ha detto...

questo è il primo album degli ELP fratello

Anonimo ha detto...

sì ma ora aspetto qualcosa sul mitico re cremisi..e tienimi contenta dai!!!


ciao dalla cactus

GazNevadaKeyboardist ha detto...

Oh salve! Su ELP non sono d'accordo mica tanto. 1) Keith era sì leader compositivo e strumentale (da non sottovalutare Carl)ma, fino a Brain Salad Surgery mai e poi ha invaso.Lake era il produttore, lui diceva si o no!Keith scriveva ed eseguiva magistralmente musica ed ho convinto anche alcuni miei vecchi soci "punks/no-wavers" di non essere skizofrenico; spiego: Keith era un selvaggio-colto da sempre, aveva la vera entità aggressiva e rivoluzionaria della loro arte, che a mio parere, non era realmente "prog" ma... altro. Certo, onore agli altri 2, mi tolgo il cappello, ma non puoi dirmi che Emerson è "invadente" nel finale di Lucky Man, un brano di per sè un pò banale, bellino, divenuto un'icona proprio per quel Moog finale. Non riferito a te ma c'è molta ignoranza su Emerson e sugli altri, veramente senza offesa. Carl Palmer certamente uno dei migliori batteristi d'epoca. Lake un ottimo jolly, ma un'odiosa persona (fidati ...li ho conosciuti tutti e 3 personalmente).L'unico col quale ho cenato e chiacchierato è stato Keith... Infine, non potendo mettere qui un link, se ti e vi va, cercate su 1 motore di ricerca, sotto foto, Keith Emerson e Johnny Rotten, penso stupirà qualcuno.
Sono GianLuca, fondatore ed ex tastierista dei Gaznevada, per chi li ha mai sentiti (la più grande band italiana fine '70 inizi '80, senza false modestie), conosciuto anche come aka "Nico Gamma".
P.S.: tutto il resto mi è piaciuto. Buon lavoro. Grazie per l'ospitality!

GazNevadaKeyboardist ha detto...

Eè, dimenticavo: la band non doveva chiamarsi ELP bensì HELP in quanto Hendrix Emerson Lake Palmer, ma il povero Jimy crepò pochissimi mesi dopo aver accettato entusiasta il progetto; con peronalità così forti tutte assieme (EMO & Hendrix su tutti) poi non so come sarebbe andata. E poi non si può mica sottovalutare la suite TARKUS, capolavoro assoluto nella storia della musica contemporanea... ma vi rendete conto che alla fine Tarkus è un blues sostanzialmente in MI protratto per 20 minuti? E quanti dischetti ci avrebbero fatto solo coi continui spunti della performance? E che dire che tutto l'album fu realizzato in soli 3 giorni?
Perdona l'intrusione un pò accalorata. Con stima.
GianLuca Nico DeSade GazKeyboardist

bob ha detto...

Caro Gianluca, è un onore e un privilegio ospitarti fra le mie pagine. Sapevo che inizialmente anche Jimi Hendrix doveva far parte del progetto ma l'ho omesso per brevità; l'album Tarkus, se noti, è citato fra i consigliati della band. Gli ELP dividono la critica, c'è chi pensa siano un gruppo fatto su misura per Keith Emerson, chi pensa siano il gruppo migliore dell'era progressiva, io ho una visione che è una via di mezzo fra le due, quindi per me Keith invade il finale di Lucky Man, ma ciò non vuol dire che lo rovini, lo arricchisce semmai, seppur un po' eccessivamente. Non ho mai avuto il piacere di conoscere personalmente i musicisti di questa fantastica band, quindi non posso sapere come sono, ti invidio. Ti auguro un buon lavoro, sto ascoltando la vostra discografia, ciao.

GazNevadaKeyboardist ha detto...

Oh Bob, sei gentilissimo e l'onore è mio. Non ho il dono della sintesi, ma ci provo.Riascolta Lucky Man attentamente, se ti va. Solo al quarto ed ultimo ritornello (?) , si sente un "rumore grattugiante, che ho sempre definito da aspirapolvere scassato", dal volume bassissimo al primo round, poi al sencondo cresce pian piano, poi si apre il coro (un chorus o sovraincisione (c'è una leggenda che dice che Emerson avesse cantato...non è vero, in quel brano), quello che fa: "ah aaaaaaaahhh aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh" e parte il primo Moog della storia (anche questo è falso, Keith però fu il primo al mondo ad usarlo live, preceduto da Beatles, Rolling e Who, nonchè Stokausen & affini ...si scrive così?)ma tutti in studio e senza tastiera, cioè solo generatore di "noise" (rumore). In definitiva trovo quell'assolo stupendo proprio perchè non era assolutamente ciò che si poteva attendere da quel brano...o no? Era stupefacente quello, Lucky Man era solo un buon pezzo, che poi divenne mitico con ragioni diverse. Le idee sugli ELP, lo so, sono le più disparate e opposte. Ciò deriva dall'essere grandi artisti, credo. Chi capiva usava modestia e apprendeva, chi no preferiva un Wakeman che, a mio parere, nulla aveva da invidiare tecnicamente a Keith, ma era assolutamente arido. Sono diplomato tardivo al conservatorio (prima autodidatta...), ho fatto 10 anni in soli 5, e Rick Wakeman per me era solo un vero imitatore dei classici. Emerson fu una metabolizzazione iperealistica e totale nel rock, giocando sugli altri e soprattuto su se stesso. Una band nella quale Emerson fosse il leader era il minimo (discorso Hendrix a parte, molto complesso e mai sviluppato...però ho un bootleg...quasi inascoltabile).
Mi fermo qui, gustandomi altri commenti, ma penso siamo più o meno d'accordo. UN'ultima cosa: L'album della colomba è il codice sorgente, il lato A di TARKUS è già un Emerson che trasferisce il suo innato pianismo sull'elettromagnetica dell'Hammond al meglio della sua vita e colpisce il bersaglio coi Synth, non dimenticando Palmer che, primo in assoluto, usa un Moog-Drum, e poi bene...dai!
Gentilissimo Bob, non so esser breve, scusate tutti l'invadenza.
GianLuca GaznevadaKeyboardist
P.S.: dovrei fare 1 blog anch'io sulla skizofrenia tra la nowawe e il prog?Ciao!