sabato 24 ottobre 2009

Biglietto per l'Inferno - Biglietto per l`Inferno (1974)

Uno degli album culto del prog italiano, non ha avuto un gran successo commerciale all'epoca ma oggi e' molto diffuso e riconosciuto come uno dei migliori 10 album di prog nostrano. Un punkettone una volta mi ha confessato di possedere questo album e di apprezzarlo parecchio, unica opera prog che si confaceva alle sue orecchie, credo che cio' sia dovuto soprattutto ai testi inneggianti contro il clero. Formati a Lecco all'inizio degli anni 70 da un manipolo di ragazzotti poco piu' che ventenni, il Biglietto per l'Inferno e' composto dal carismatico singer Claudio Canali, il quale suona anche il flauto che ha un certo peso nel sound della band, per il suo aspetto freak con barba e capelli lunghi e per il tema delle sue liriche si guadagna il soprannome di Voce del Diavolo; vero animale da palcoscenico, interpreta ogni canzone con grande passione ed espressivita'; Giuseppe Banfi ad organo, moog e synth, il quale era solito presentarsi vestito da diavolo nei live; Giuseppe Cossa a piano ed organo; Marco Mainetti, chitarrista non tecnicissimo ma versatile e con uno stile incandescente; Fausto Branchini al basso ed il bravo batterista Mauro Gnecchi. Il gruppo si definisce un urlo nel mormorio di un convento, come riportano le note di copertina, e infatti il sound e' carico di vigore e veemenza, si puo' collocare a meta' strada fra prog romantico-sinfonico ed hard rock, con spunti dark ed atmosfere cupe. I toni sono molto espressivi e carichi di rabbia giovanile, a tratti ingenui e spontanei ma ricchissimi di idee. Pubblicano subito un album omonimo, mentre un secondo album non vede la luce a causa del fallimento della casa discografica, la Trident, fallimento che causera' anche lo scioglimento della band. La Mellow Records recuperera' quei nastri e dara' alle stampe Il tempo della semina nel 1992. Il tastierista Banfi ha avuto una discreta carriera solista nell'ambito della musica elettronica dopo aver conosciuto Klaus Schulze che di fatto e' stato il suo produttore. Il batterista Gnecchi ha continuato a suonare nel circuito prog e jazz, e' stato anche il batterista per l'album solista di Franco Mussida della PFM. Il bassista Branchini ha intrapreso una carriera da cantatutore di musica leggera dal 1989 e ha pubblicato un romanzo filosofico. Il cantante Canali ha avuto una crisi di coscienza e si e' fatto frate eremita nel 1994, ora vive in un convento in Toscana. La musica del gruppo e' basata sugli intrecci dei due tastieristi e sulla chitarra, a cui si aggiunge il flauto del cantante, con testi forti e d'effetto. Il disco si apre con Ansia, che comincia con un organo pastorale incalzato da arpeggi di chitarra, la quale presto si fa piu' dura e nervosa, su cui si inserisce il flauto facendo virare bruscamente la direzione del brano, in seguito la batteria martellante indurisce ulteriormente il suono. I testi parlano di un ladro assassino che tenta, invano, di trovare un riscatto nella religione. La seconda traccia, Confessione, e' il brano piu' bello del disco e un classico del prog. E' un rock'n'roll scalmanato trascinato dalla chitarra e dal flauto, con repentini cambi di ritmo e una parte strumentale tiratissima, tendente all'hard, arricchita da inserimenti di pianoforte e cori in falsetto. I testi riportano il dialogo fra un peccatore nell'atto di confessarsi con un prete poco propenso al perdono, sulla scia del Testamento di Tito di De Andre'. Riporto qui la confessione del malandrino e le risposte che riceve dal prete.


Racconta fratello qual è il tuo peccato

Dimmi con chi quante volte sei stato

Hai detto bugie, hai fatto la spia. Orsù

Perché indugi son frate Isaia


Ascoltami frate non so se ho peccato

Ho ucciso un bastardo che avrebbe voluto

Coprire coi soldi il suo sporco passato

Tentando così di beffare il suo fato


Cosa dici fratello, tu hai ammazzato

Nel quinto ricorda ti è stato proibito

Non posso salvarti dal fuoco eterno

Hai solo un biglietto per l'inferno


Ascoltami frate e dimmi se questo,

Lo chiami peccato o un nobile gesto.

Ho preso dei soldi a un ricco signore

Per dar da mangiare a un uomo che muore


La sottintesa critica alla morale cristiana e' palese, non c'e' giustificazione alle malefatte, neanche se l'intenzione era a fin di bene. Si prosegue con Una strana regina: traccia basata sugli intrecci di tastiere di Banfi e Cossa, un incipit melodico e riflessivo lascia presto il posto ad un ritmo frenetico. Il testo e' una sferzante critica sociale che riabilita chi vive ai margini e nell'illegalita' poiche' cosi' costretto dalla societa'. Il nevare, quarta traccia, presenta un'atmosfera drammatica, e' un pezzo piu' marcatamente prog con qualche accenno pop, sostenuto da un gran dialogo fra le tastiere e una chitarra distorta, spesso interrotto da accelerazioni improvvise di batteria che rendono il brano multisfaccettato. I testi sono stavolta intimisti, con il protagonista che contempla la bellezza del mondo durante una nevicata, bellezza ingannevole perche' la neve sta, di fatto, occultando tutti i mali della societa' moderna. La suite L'amico suicida e' caratterizzata invece da toni molto cupi. Brano introdotto dal sintetizzatore cui presto subentra il flauto a cambiare ancora una volto il tono e conferendo un'incredibile vitalita' alla traccia, il cantato epico ed un vigoroso basso, nonche' le tastiere sparatissime rendono questo brano un capolavoro. Dopodiche' si inserisce la parte cantata, segue una lunga jam strumentale e infine l'ultima strofa cantata chiude il pezzo. Qui si parla di suicidio, condannato dalla morale cristiana ma compreso dal cantante, il quale ha parole di indulgenza nei confronti dell'amico che ha deciso di togliersi la vita. Chiude il disco una versione strumentale di Confessione, ridotta a tre minuti e mezzo di puro ed energico hard rock. La band si e' riformata quest'anno con Banfi, Cossa e Gnecchi piu' altri musicisti, pare che il suono si sia arricchito con tratti folk e sia previsto un album. Rimango sintonizzato.

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